mercoledì 28 novembre 2012

Lgbt: New York, il marito cambia sesso ma lei per amore non lo(a) lascia


NEW YORK, Addio marito.... Benvenuta moglie.

Cosa succede in un matrimonio quando un consorte cambia sesso?
Questa rivoluzione nell'assetto familiare e' avvenuta a Shellie Ruge,
una signora dell’Arizona che ha accettato di rimanere al fianco del marito anche dopo che lui ha abbracciato la "transizione".

La storia di Shellie e Randi è vecchia di sette anni, ma in questi giorni è diventata nota in tutta l'America dopo che la coppia ha accettato di parlarne nel programma della Cbs The Jeff Probst Show.
E la loro non è una storia pruriginosa, da riviste scandalistiche: è una semplice storia d’amore.

Perché se Shellie ha accettato questo cambiamento a 180 gradi, si deve al fatto che aveva tanta paura di perdere Randi, che ha cercato di capire quel che stava succedendo al marito, si è documentata, ha frequentato gruppi di sostegno, e alla fine ha deciso che piuttosto che perdere la persona che amava, l’avrebbe accettata anche nelle vesti femminili.
Shellie e Randi si erano conosciuti 15 anni fa, ed era stato subito amore. Un mese e mezzo dopo il primo appuntamento, erano marito e moglie.

Insieme hanno costruito una famiglia, una bella carriera e una vita agiata. Hanno anche avuto due bambini e a un'occhiata veloce tutto sembrava perfetto.

Ma Randi si sentiva sempre «in crisi con se stesso». E finalmente, a 47 anni, ha avuto il coraggio di confidarsi con Shellie, e dirle che se all'esterno era un uomo, all'interno si era sempre sentito donna e non poteva più sostenere la doppiezza della sua esistenza.

Non che dopo questa confessione tutto sia stato subito rose e fiori.
Tutt'altro. Shellie anzi precipitò nella depressione: «Per me fu uno shock. Fu un’esperienza surreale. Per settimane non riuscii a dormire e non facevo che piangere» ha raccontato qualche mese fa in un video di YouTube

E' stato proprio questo video che ha spinto la Cbs a invitarli allo show di Pabst, durante il quale Randi ha ricordato: «Quando ho parlato a Shellie sapevo che mi stavo giocando tutto. E’ stato dolorosissimo per tutti e due. Ma non potevo fare altrimenti.


Dovevo compiere il salto. Dovevo. Non potevo più aspettare».
Shellie ha aggiunto che con il tempo, con il passare delle settimane, si era resa conto che la sua sofferenza, il pianto incessante, venivano dal fatto che credeva che la transizione sessuale del marito dovesse per forza significare una separazione e un divorzio.

«Ma di colpo mi dissi: perché dobbiamo separarci? Restiamo insieme, prendiamo questa esperienza un giorno alla volta e vediamo dove ci porta».
E così è stato.
Un giorno alla volta: «E’ un processo che va avanti, e non è facile, ma non cambierei affatto la mia decisione.

Sono felice di essere accanto alla mia Randi».
La coppia oggi fa parte dell’associazione TransForm Community (http://transform.transmentors.org/) che cerca di combattere il pregiudizio.

Con i loro volti e la loro storia vera e sofferta, Shellie e Randi hanno deciso di aiutare gli eterosessuali a capire ed accettare sia gli omosessuali che i transgender.
fonte http://www.ilmessaggero.it di Anna Guaita

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