giovedì 12 gennaio 2012

Lgbt Teatro: Dopo Priscilla, capisco perché certi uomini s'innamorino delle trans

Ho visto le prove generali del musical e ho capito che è proprio vero che non bisognerebbe mai tranciar giudizi. Soprattutto se di mezzo ci sono sesso e morale


Da queste parti non siamo fan dei musical.

A meno che non si tratti dei grandi classici hollywoodiani anni Quaranta e Cinquanta, di Jesus Christ Super Star, di Rocky Horror Picture Show o di The Artist che non è propriamente un musical se non nel finale.
È che siamo un po' snob.
Ma soprattutto li abbiamo visti pressocché tutti i musical made in Italy.

Abbastanza terrificanti visto che si permettono di tradurre magnifiche canzoni che in italiano diventano inascolatabili (Priscilla, per fortuna, non ha osato farlo, ha osato molto di più).

Quindi quando due amiche pr sono venute in redazione a Vanity a proporre un servizio sul dietro le quinte di Priscilla non ero così sicura di fare la cosa giusta dicendo di sì. E, invece, abbiamo fatto bene a parlarne.

C'è il film, divertentissimo, che però non può essere una garanzia per la versione teatrale.

E ci sono i pezzi musicali, famosissimi, quindi davvero coinvolgenti, ma non basta. Un po' scettica mi sono presentata alle prove generali la settimana prima del debutto.

Normalmente non amo vedere i dietro le quinte perché preferisco la sorpresa, ma in questo caso ero molto incuriosita dalla storia di questa produzione, davvero global, come si dice oggi.

Colpo di fulmine già nel cortile della Fabbrica del Vapore.
Hanno tirato giù il tendone del teatro Ciak, per costruirne uno tutto nuovo, ancora più grande. Di questi tempi, mi sono detta inizialmente, che spreco.

Invece hanno fatto benissimo: una cattedrale. Non tanto se vista dalla platea. Superato il palcoscenico, dietro c'è tutto un mondo. Alla prima occhiata mi è sembrato un veliero con decine di alberi altissimi, cime e funi lunghissime per far veleggiare questa enorme macchina.

Poi, quando ho visto lo spettacolo, ho capito il perché di questo popodiroba.
Sapevo già dei costumi, dei glitter, delle scarpe esagerate, delle mascherine usate per non dover rifare il trucco a ogni cambio di scena. Quindi quando me li sono trovati davanti, coloratissimi, ero pronta.

E poi sono abituata alle stravaganze vestimentiarie, ci vuol, altro... Ma l'enormità di tutta la baracca mi ha lasciata senza fiato.

A quel punto ero gasatissima per lo spettacolo.
Non sto qui a fare una recensione, potete leggerla ovunque.

Posso solo dire bellissimo tutto, e bravissimi gli attori e i cantanti, italiani (a dimostrazione del fatto che i talenti veri ci sono anche qui).

La novità, per me, è che mi sono alzata dalla poltroncina rossa avendo imparato qualcosa: capisco, finalmente, perché certi uomini s'innamorino delle trans.

E' proprio vero che non bisognerebbe mai tranciar giudizi.
Soprattutto se di mezzo ci sono sesso e morale.
fonte http://www.vanityfair.it, articolo di M. Gattermayer, foto Gianluigi Di Napoli

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