venerdì 14 gennaio 2011

Lgbt politica: Zacchiroli si racconta "Sono gay, lo sapevate?"


Il candidato alle primarie ospite in una serata al Cassero racconta la sua omosessualità: "Vorrei un Pd e una città che vivono al differenza come una ricchezza"

"Vi dico una cosa, come teologo e come gay...". Il coming out di Benedetto Zacchiroli, candidato alle primarie del centrosinistra, arriva al Cassero, durante un dibattito sui diritti civili con gli sfidanti Virginio Merola e Amelia Frascaroli. Nessuna sorpresa.

"Dichiararsi non è pettegolezzo" ha detto una volta il governatore della Puglia Nichi Vendola, pure lui gay e cattolico. Come Zacchiroli, teologo, omosessuale, e oggi candidato a Palazzo D'Accursio.

Zac infila la sua confessione pubblica in un discorso, senza soffermarsi più di tanto. Si parla di coppie di fatto e matrimoni gay. Lui risponde così, alla domanda del pubblico: "Come teologo e come gay, come quello che sono, dico che non mi stupisce che il Vaticano abbia posizioni contrarie.

Mi stupisce molto invece che la sinistra e il Pd non abbiano il coraggio di dire quel che si deve dire, e di avere la schiena dritta. Vorrei un Pd e una città che vivono la differenza come una ricchezza".

Naturalezza per quella che ritiene essere solo una scelta privata, resa pubblica ieri nell'alveo della comunità gay più estesa di Bologna, quella dell'Arcigay al Cassero, che ospita l'ennesimo tribattito tra i candidati alle primarie.

Tema: "Promuovere partecipazione e diritti di cittadinanza". Zac esce allo scoperto. Non ne fa una bandiera, ma nemmeno lo nasconde.

Nessuna novità, in realtà, perché non è il primo caso. L'ex capogruppo Pd a Palazzo D'Accursio, Sergio Lo Giudice, è stato presidente di Arcigay. Il consigliere regionale Franco Grillini ha fatto della sua omosessualità quasi una ragione politica.

Senza considerare, a Roma, i tanti "coming out", dall'ex segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, all'ex conduttore Alessandro Cecchi Paone, che dichiara la sua bisessualità nel 2004, candidandosi alle Europee con Forza Italia.

Ma se il passo avanti dei candidati che dichiarano la propria omosessualità non è una notizia per il Paese, lo è certamente nella corsa a Palazzo D'Accursio. Sindaci gay, Bologna non ne ha mai conosciuti.

Anzi, spesso sotto le Torri, spesso ci si è scontrati sui temi della laicità, tra quozienti familiari, centristi e Pd sempre incerto sui temi etici. Per non parlare del sì alle nozze gay.

Il sindaco Flavio Delbono rifiutò di celebrare il matrimonio simbolico di una coppia omosessuale, tra molte polemiche della comunità gay.

Oggi il vento è cambiato. Forse a cominciare da "Diverso di chi?", il bel film la cui sceneggiatura, scritta proprio dal bolognese Fabio Bonifacci, narra di un trentacinquenne gay che diventa candidato sindaco della sinistra.
Alla fine perde le elezioni. Ma questa, come si dice, è un'altra storia.
fonte bologna.repubblica.it di SILVIA BIGNAMI

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