giovedì 13 gennaio 2011

Lgbt Spettacoli: una danza che regala emozioni, Erica sul palco con la sua stampella


La sclerosi multipla non le ha impedito di ballare il suo spettacolo,
"Smania di vivere" racconta come si scende a patti con la malattia, senza rinunciare alle passioni.

Ha 31 anni e fa l’avvocato a reggio emilia
Sul palcoscenico solo lei e la stampella che, come un fedele compagno di danza, accompagna i passi, sorregge i volteggi leggeri, misura lo spazio tra la libertà e il limite.

Erica Brindisi ha la sclerosi multipla da cinque anni, balla da quando ne aveva sei e non ha mai pensato di rinunciare alla sua passione di sempre, nonostante la malattia.

Un corpo sottile e asciutto, capelli lisci che incorniciano un viso regolare e uno sguardo fermo, il parlare deciso e coinvolgente: tutto nella presenza di Erica si traduce in energia, ma non solo.

Anche in consapevolezza, in volontà, in voglia di vivere, anzi in "Smania di vivere", come recita il titolo dello spettacolo di teatro danza che la vede protagonista.

Foggiana di nascita ma fidentina di adozione, Erica ha 31 anni e di mestiere fa l’avvocato presso il Centro servizi per il volontariato di Reggio Emilia.

Ha iniziato da piccola a studiare danza classica e moderna, diplomandosi poi all’Imperial Society of Teachers of Dancing di Londra. Da pochi anni si è avvicinata al teatro danza, un genere, come lei stessa spiega, «in cui non c’è solo la tecnica, ma anche l’interpretazione.

Gli spettacoli di teatro danza sono racconti veri in cui la musica accompagna movimenti e parole, racchiudendoli in una cornice di grande suggestione emotiva».
E, di certo, le emozioni non mancano nello spettacolo che Erica ha allestito insieme con il marito musicista Giuse Rossetti.

«"Smania di vivere" è il racconto della scoperta della mia malattia, dice Erica, dal rifiuto all’accettazione, fino alla presa di coscienza che per continuare a vivere bisogna che la si guardi in faccia ogni giorno, che si impari a convivere con i nuovi limiti che la sclerosi multipla pone.

La vera vittoria non è guarire, ma continuare a fare quello mi piace, adattandomi volta per volta alle mie diverse condizioni».

Sulla scena Erica danza con la sua stampella su musiche e testi composti da Giuse Rossetti, alternando parti recitate a ballo; racconta di sé e di come la sua vita sia cambiata all’improvviso con una grazia e una leggerezza che sembrano contraddire il dramma della scoperta.

Una contraddizione solo apparente, poiché la grazia dei movimenti e il ritmo pulito e sobrio delle musiche svelano invece una consapevolezza lucida e forte.

IL SOSTEGNO DELL’AISM: Grazie alla rete capillare delle sedi Aism del centro Italia, lo spettacolo sta facendo il giro dei piccoli teatri di provincia, riscuotendo un successo insperato.

Sul sito www.smaniadivivere.com si possono conoscere le prossime tappe e lasciare commenti e contributi, così come si può partecipare al gruppo sempre più numeroso su Facebook.
«Abbiamo ricevuto inviti anche dalla Sicilia e siamo impegnati fino a giugno 2011.

Ci tengo a sottolineare che il ricavato degli spettacoli viene devoluto all’AISM e, dunque, alla ricerca. "Smania di vivere" è uno spettacolo che si serve dell’arte per comunicare in modo diverso la malattia e chi viene a vederlo lo fa anche perché vuole sapere e capire fino a che punto la sclerosi multipla condiziona e limita la vita di chi ne è colpito».

Anche se, come recita uno dei testi di Rossetti che accompagnano Erica nella sua performance, «il limite dei limiti è pensare che a qualcosa possa non esserci rimedio.

Alla morte forse, ma dimenticarsi che siamo vivi cos'è se non una pazzia?».
fonte corriere.it di Mariateresa Marino

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