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venerdì 30 settembre 2011
Polonia: numero record di candidati LGTB nelle liste elettorali
Il prossimo 9 ottobre si terranno in Polonia le elezioni per il Parlamento (Sejm) e il Senato. Sono 31 milioni i cittadini chiamati alle urne in un momento cruciale del futuro del paese, momento che coincide anche con quello pieno di speranze del movimento lgbt polacco, nonostante il recente naufragio del progetto di legge sulle unioni civili.
Prova di questa fecondità del movimento polacco è il numero record di candidati gay, lesbiche e trans che hanno la possibilità di essere eletti.
Il progetto di legge per le unioni civili anche per le coppie dello stesso sesso è stato presentato la scorsa estate nel Sejm dall’Alleanza per la Sinistra Democratica (in polacco: Sojusz Lewicy Demokratycznej, SLD) ma non è stato approvato entro la fine della legislatura e lo scioglimento delle camere.
I vari collettivi lgbt hanno comunque assicurato che torneranno a chiedere l’approvazione di una misura simile nella prossima legislatura, anche se le possibilità che tale progetto vada avanti dipenderà dell’esito delle prossime elezioni.
Secondo i sondaggi – e al pari delle elezioni presidenziali dello scorso anno – la Polonia sceglierà tra due destre: una liberale ed europeista, di cui è esponente l’attuale primo ministro Donald Tusk della Piattaforma Civica (in polacco: Platforma Obywatelska, PO) e l’altra ultraconservatrice, euroscettica, nazionalista, che difende a oltranza la tradizione rappresentata dal partito Diritto e Giustizia (in polacco: Prawo i Sprawiedliwość, PiS) e capeggiata dall’ex primo ministro Jaroslaw Kaczyński, fratello gemello del presidente Lech che, come ricorderete, è morto in un incidente aereo nell’aprile 2010.
La comunità lgbt polacca si gioca parecchio in queste elezioni.
I sondaggi forniscono dati molto variegati e confusi però segnalano che il vantaggio di partenza della Piattaforma Civica è diminuito tanto da non poter escludere la vittoria di Diritto e Giustizia.
Una vittoria di Piattaforma Civica manterrebbe il Paese nel sentiero delle riforme e della modernizzazione e lascerebbe aperta la porta alla possibile approvazione di misure a favore delle coppie dello stesso sesso (il settore più liberale di Piattaforma Civica vede di buon occhio l’approvazione di una legge in questo senso e lo stesso primo ministro Donald Tusk ha dichiarato di sentirsi pronto per affrontare il tema).
Una eventuale vittoria del PiS invece significherebbe, senza dubbio alcuno, un grande balzo indietro e la fine di tutte le speranze di ottenere nella prossima legislatura qualunque misura a favore della comunità lgbt.
Uno degli eventi più significativi di questa campagna elettorale è stato, senza dubbio, il divorzio che si è consumato tra una parte importante della società civile polacca (compreso il gruppo lgbt più importante del paese - KPH Campagna contro l’omofobia)e l’Alleanza della Sinistra Democratica (SLD).
Causa della rottura sono state le liste elettorali presentate ad agosto dal lider del SLD, Gregorz Napierlaski che sembra non capire che la società polacca odierna è molto più complessa del passato: Napierlaski ha infatti organizzato le liste mettendo donne e rappresentanti della società civile (come, per esempio, uno dei leader di KPH, Robert Biedron) agli ultimi posti o in posizioni in cui non saranno eletti.
Tali liste hanno provocato un vero e proprio tsunami di proteste: intellettuali e opinionisti politici hanno criticato duramente Napierlaski definendo la sua operazione come autodistruttiva, scandalosa e suicida e accusandolo, inoltre, di aver ingannato le donne. Anche Robert Biedrón si è detto ingannato e ha rinunciato a candidarsi tra le fila del SLD.
In molti hanno rinunciato a candidarsi. C’è stato chi, comunque, è rimasto nelle liste, come, Krystian Legierski, attivista gay e consigliere comunale, che è al numero quattro della lista per Varsavia e che ha molto criticato la decisione di Biedrón.
Polonia: numero record di candidati LGTB nelle liste elettoraliLasciando da parte Legierski, chi ha beneficiato di questa situazione è stato Ruch Palikota, movimento di sinistra fondato recentemente da Janusz Palikot, controverso impresario, deputato, blogger ed ex membro di Piattaforma Civica.
Palikot ha offerto i primi posti nelle sue liste ai transfughi di PO e in molti hanno accetto: tra costoro lo stesso Biedrón, capolista a Gdynia; Anna Grodzka, attivista transessuale e fondatrice del collettivo Trans-Fuzja, capolista a Cracovia; la femminista Wanda Nowicka, al secondo posto della lista per Varsavia e il presidente del KPH Tomasz Szypuła, al terzo posto per Varsavia.
Sebbene per il partito di Palikot sarà molto difficile superare lo sbarramento del 5% per entrare in Parlamento, la sua popolarità cresce e, secondo alcuni sondaggi, si attesta intorno al 6%.
Tutto è possibile: del resto la Polonia è terra di miracoli…
fonte http://www.queerblog.it, Via | Dos Manzanas
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