venerdì 30 settembre 2011

Lgbt Toscana: L’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti scrive a Galan e Sacconi: “Tutelare i lavoratori dello spettacolo”


FIRENZE
Con una circolare dell’agosto scorso, l’Inps di fatto non riconosce più l’indennità di disoccupazione ai lavoratori dello spettacolo, decidendo di attribuire loro un presunto status di ‘lavoratore autonomo’ in base a Regi Decreti risalenti al 1935 e addirittura al 1924.

Sulla questione l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti ha deciso di interessare il ministro alla cultura Giancarlo Galan e il ministro al welfare Maurizio Sacconi, inviando loro una lettera urgente.

“Si tratta di una disposizione, l’ennesima verrebbe da dire – scrive l’assessore Scaletti -, che aggrava lo stato di precarietà che già i lavoratori dello spettacolo vivono non solo in considerazione della grave crisi economica, ma, direi funzionalmente, in quanto la tipologia professionale ed i contratti dei lavoratori dello settore sono per definizione una natura intermittente dovuta, tra l’altro, al modello organizzativo dello spettacolo in Italia.

L’Italia del resto è una delle poche nazioni europee che non riconosce i lavoratori dello spettacolo come ‘lavoratori intermittenti’; e una delle poche a non avere una organica regolamentazione della materia.

Tale situazione esprime ancora una volta un giudizio negativo su un comparto professionale che spesso stenta ed essere ritenuto ‘categoria professionale’, quasi lo spettacolo fosse non un lavoro, ma una scelta di piacere”.

Tutto ciò è in contraddizione, a giudizio dell’assessore, con i risultati anche recentemente resi noti dagli organi informazione, che assegnano al settore dello spettacolo un incremento degli incassi e quindi del consumo culturale; e sottolineano come lo spettacolo, anche attraverso l’indotto in grado di determinare, rappresenti un settore fortemente produttivo per la vita del Paese.

“Signori ministri – conclude la sua missiva l’assessore regionale alla cultura -, è difficile non considerare insolito che uno Stato moderno, pur in presenza di recenti proposte di legge rivolte a disciplinare e tutelare i lavoratori dello spettacolo, si cimenti nell’emanare circolari applicative di Regi Decreti che non possono che sottendere antiche e non più applicabili concezioni riferite ad artisti e a chi lavora in questo comparto con le più varie professionalità .

Chiedo pertanto che con la massima urgenza si ponga mano ad una revisione completa della disciplina contrattuale e normativa, dotando anche il nostro Paese di strumenti legislativi adeguati e aderenti all’attuale organizzazione dello spettacolo.

E si proceda, contestualmente, all’abrogazione dei regi decreti cui l’Inps ha fatto riferimento per avviare questa anacronistica operazione”.
fonte http://toscana-notizie.it, di Dario Rossi

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