mercoledì 10 febbraio 2010

Verona prima assoluta in versione balletto L'Opera da Tre Soldi


L'Opera da Tre Soldi
Verona da domani 10 Febbraio, prima assoluta in versione balletto

MARIO PIAZZA,
ribattezzato il “Benigni” della danza dalla stampa internazionale,
debutta al Teatro Filarmonico di Verona
con il nuovo balletto “L’Opera da Tre Soldi”,
in scena dall’11 al 16 febbraio.
Coreografie e regia sono affidate a un’artista che ha saputo imporsi con il suo stile contemporaneo forte e particolare, una miscela esplosiva
in cui confluiscono la danza, il teatro, il cinema, il canto e le arti.
« Il testo di Brecht mi ha stimolato a trovare l’essenziale di quest’opera. Come un pittore stabilisce i punti di forza sulla tela, ho voluto con un segno coreografico contemporaneo cogliere
tutta la drammaticità ma anche l’ironia espresse dall’autore»
Si appresta a un nuovo importante debutto il regista e coreografo Mario Piazza che ha saputo imporsi sulla scena internazionale grazie al suo stile contemporaneo forte e particolare, una miscela esplosiva in cui confluiscono la danza, il teatro, il cinema, il canto e le arti figurative. Dopo il recente grande successo di pubblico della sua moderna e personale versione dello “Schiaccianoci” al Teatro Olimpico di Roma, con cui il Balletto di Roma ha festeggiato i cinquant’anni di carriera in gennaio, l’artista brillante e inventivo affronta una nuova sfida. Dall’11 al 16 febbraio, al Teatro Filarmonico di Verona, è in programma infatti - in prima assoluta - “L’Opera da Tre Soldi” (“Die Dreigroschenoper”), balletto in due atti tratto dal testo di Bertolt Brecht, con musiche del geniale Kurt Weill, in cui cura regia e coreografie. In scena, gli interpreti principali saranno Marzia Falcon e Giuseppe Picone, insieme a primi ballerini, solisti e corpo di ballo dell’Arena di Verona.

Estroso e geniale, Mario Piazza si è dimostrato in questi anni uno dei maggiori talenti creativi della danza contemporanea. La critica internazionale lo ha persino definito il “Roberto Benigni della danza” per l’esemplare balletto “Ghetto” - su musiche Klezmer e di Goran Bregovic - che parla del destino degli ebrei, offrendo una rilettura dell’argomento come nel film “La vita è bella”, grazie alla straordinaria capacità di non trasformare la serietà in tragedia, ma mettendo in risalto il colore leggero della speranza. Lo spettacolo, tuttora nel repertorio del Sofia Opera Ballet è stato ricompensato dalla European Association for Jewish Culture di Londra con un premio per le Performing Arts. Come non ricordare anche, fra i suoilavori, la versione innovativa e piccante di uno balletti più celebri al mondo “Coppelia”, ottimamente interpretato da un trasognato Ludovic Party, così come la rivisitazione in chiave contemporanea, irriverente e dark, di un grande classico della coreografia “Schiaccianoci”, un allestimento che ricorda un thriller e le atmosfere noir dei film di Hitchcock. Un indiscutibile successo di pubblico sin dal suo debutto nel 2006.

L’Opera da tre soldi parte da questa affermazione: “La pappatoria viene prima, la morale dopo!”, perché attorno al tema della pappa prima e della morale dopo, si snoda tutta la faccenda di Mackie Messer e dei personaggi descritti da Brecht. La differenza tra criminali e persone rispettabili sparisce del tutto in questa opera, in quanto i soldi rendono tutti uguali. Un lavoro in cui l’apparenza del divertente diventa di continuo allarmante; l’evasione piacevole diventa spiacevolezza e aggressione diretta o indiretta. «Trascrivere in danza e interpretare l’Opera da Tre Soldi di Brecht vuol dire cercare di ritrovarel’integrità dello scritto, tradotto in linguaggio coreografico e rappresentarlo al fine di esprimerne l’intensità con l’ausilio del genio musicale di Kurt Weill - illustra Mario Piazza -. L’Opera da Tre Soldi è stata creata, con piglio ironico e polemico, negli anni del declino della repubblica di Weimar, quando la radicalizzazione di classe era spinta a tali estremi che le sovrastrutture crollavano e i congegni, motori della società, si mostravano in tutta la loro efferatezza».
«Il testo di Brecht mi ha stimolato a trovare l’essenziale di quest’opera - aggiunge l’artista canadese di nascita ma ormai romano d’adozione -. Come un pittore stabilisce i punti di forza sulla tela, ho voluto con un segno coreografico contemporaneo cogliere tutta la drammaticità ma anche l’ironia espresse dall’autore». Cosa sarà richiesto ai danzatori in scena? «Di esprimersi e interpretare i personaggi e il mondo espresso da Brecht avvalendosi della propria esperienza artistica e del proprio talento, per delineare i tratti fondamentali dell’Opera – spiega il regista e coreografo -. Nell'interpretare in danza il senso stesso dell'opera e riscoprirne l'autenticità e l'incredibile attualità, a me si è imposta la scelta di non usare la prosa, bensì il tessuto musicale di Kurt Weill che si alternerà tra musica dal vivo eseguita al pianoforte, canto e musiche registrate»
fonte: mosse.it

Teatro Filarmonico di Verona

L' opera da tre soldi
Balletto di Kurt Weill
Libretto di Bertolt Brecht

Regia e coreografia Mario Piazza
Scene Beatrice Pasquali
Costumi Silvia Bonetti
Direttore corpo di ballo Maria Grazia Garofoli
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia

Febbraio 2010 -
Giovedì 11 alle ore 20.30
Venerdì 12 alle ore 20.30
Sabato 13 alle ore 20.30
Domenica 14 alle ore 17.00
Martedì 16 alle ore 20.30

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