PARIGI 2024 RIPRODUZIONE RISERVATA © ANSA/EPA |
Il celeberrimo marchio LV che spopola nel pianeta su borse, abiti, gioielli e profumi, è stato più volte inquadrato dall'alto nel vastissimo "batiment Louis Vuitton" durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi il 26 luglio.
Occhiali da sole per Mick Jagger, per il sempre abbronzato Tom Cruise, per Elon Musk, per Pharrell Williams e tanti altri tutti griffati. E non solo gli abiti Dior (uno dei marchi del gruppo) sono stati parte della coreografia , e poi ancora le valigie degli atleti e tanto altro. Qualcuno insinua, "tutto".
D'altra parte, si sta parlando del principale
gruppo francese, che controlla due terzi del lusso mondiale.
E
il capo di questo impero, Bernard Arnault, non è uno dei tanti
miliardari al mondo.
E' semplicemente il più ricco di tutti, secondo "Forbes", che nel 2024 gli ha valutato il patrimonio in 226,5 miliardi di dollari.
La "storia d'amore" fra le Olimpiadi e il gruppo di cui fanno parte i creatori di moda che hanno firmato gli abiti di Lady Gaga, Céline Dion e della altre star che ieri sera si sono esibite sulla Senna, è nata nel dicembre 2017 a Lima, il giorno che Parigi si aggiudicò le Olimpiadi 2024 alle quali Roma aveva ritirato la candidatura l'anno precedente. Al Comitato organizzatore, per chiudere il bilancio preventivo, servivano circa 4 miliardi, serviva un "main sponsor", soprattutto dopo il ritiro di Total in seguito alle polemiche per una sponsorizzazione in contrasto con le promesse di Olimpiadi "verdi". Ci si rivolse allora quasi naturalmente verso LVMH, che oltre a essere il leader mondiale del lusso viene unanimemente ritenuto anche l'alfiere dell'"arte di vivere" alla francese.
Le Monde ricorda che nel 2019 il gruppo fu prontissimo a promettere 200 milioni per la ricostruzione di Notre-Dame dopo l'incendio ed aumentare così il suo prestigio e la sua reputazione. "Dei giochi - confida al quotidiano francese il primogenito dei 5 figli di Arnault, Antoine - ne abbiamo parlato in famiglia. E abbiamo deciso di andare avanti". Con il presidente del Cio, Thomas Bach, con quello del Comitato organizzatore, si susseguirono gli incontri, nei quali Arnault volle appurare fino in fondo quali fossero le idee artistiche e di sviluppo dell'immagine dei Giochi di Parigi. Nel 2023, la Corte dei Conti stabilì, in omaggio al principio dichiarato degli organizzatori - "le Olimpiadi con i soldi dei privati" - che LVMH sarebbe stato sponsor "di prima fila". Centocinquanta milioni sul tavolo e partecipazione ai Giochi di LVMH con i suoi prodotti "top", e - a grappolo - di tutti quelli del gruppo, Dior, Chaumet, Berluti, Moet & Chandon.
Da allora, le Olimpiadi di Parigi sono anche un po' i Giochi di Vuitton: la fiaccola, nel suo periplo in Francia, ha seguito una sorta di percorso dei possedimenti del grande "patron", prima nelle vigne di Saint-Emilion e del Chateau du Cheval Blanc, proprietà del gruppo; poi sulla Manica, è passata davanti alla Villa Rosa di Christian Dior, quindi davanti ai vigneti Moet & Chandon di Epernay, nella Marna. Allo sbarco della fiaccola a Parigi, la "cannonata" pubblicitaria del presidente del Comitato organizzatore, Estanguet, che in diretta tv planetaria ha estratto la fiaccola di Parigi 2024 da una grossa valigia Louis Vuitton con il logo in prima fila, sullo sfondo dell'Arco di Trionfo.
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