martedì 19 febbraio 2013

Lgbt: Paola Binetti (Udc), a tutto c’è un limite: “I gay sono dei deviati” La deputata centrista, ospite de “L'Aria che tira”, su La7


La deputata centrista, ospite de “L'Aria che tira”, su La7, ribadisce le sue opinioni omofobe sugli omosessuali.

Alle parole fuorvianti risponde seccamente il giornalista dell'Espresso Tommaso Cerno che ribatte: “Sono gay, ma non mi sento deviato”.

Paola Binetti (Udc), a tutto c’è un limite: “I gay sono dei deviati”. Redazione – 15 Febbraio 2013 – Ci sono personaggi politici che fanno spesso aprlare di sé per commenti e dichiarazioni al limite della tolleranza. Una di questi e senz’altro Paola Binetti, non nuova a questi tipo di episodi, che è riuscita ancora una volta ad attirare critiche per i suoi modi di pensare (e di dire) estremamente discutibili per un “onorevole”.

La polemica al fulmicotone arriva dagli studi de “L’aria che tira”, su La7, dove erano ospiti, appunto la Binetti e Tommaso Cerno, giornalista dell’Espresso. Il deputato in quota Udc ribadisce la sua opinione di sempre:l’omosessualità è una devianza della personalità.

Il giornalista della rivista controbatte seccato: “Io sono gay, non mi sento deviato e sto benissimo. Mi guardi: non sono malato”. La Binetti afferma che i diritti a favore dei gay sono assolutamente rispettati in Italia, ma sul matrimonio tra omosessuali è intransigente. “Il matrimonio è una cosa diversa” – dichiara – “nella nostra Costituzione si parla di contratto e di impegno di responsabilità reciproca e non di amore. E se in una coppia gay uno dei due si ammala, l’altro può assisterlo in qualsiasi struttura sanitaria, non c’è nessun problema. Lo so perchè ho lavorato quarant’anni in ospedale”.

Lapidaria la replica di Cerno: “Lo so che lei è un medico e trovo abbastanza grave che un medico definisca ‘devianza’ l’omosessualità“. E aggiunge: “Quello che fa paura in Italia non è la liberazione sessuale, che esiste dagli anni ’70. Ma il tema dell’affettività. Quello che spaventa di una coppia gay non è ciò che fanno, ma l’affetto”.

Ma la Binetti non è nuova a questo tipo di uscite con impressioni ultraconservatrici. Come ad esempio quando sostenne in una intervista che, qualora un sacerdote viene a sapere di un atto pedofilo in un momento così sacro come la confessione, non è obbligato a denunciarlo, perché il segreto del confessionale è un valore straordinario. Magari non è proprio tutto sbagliato, ma la mentalità aperta non è un dono che possono avere tutti, anche se sei un parlamentare.
fonte http://www.articolotre.com/

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