Pensate a un film senza personaggi, dove l'unico volto che si vede per pochi minuti è quello di una trans.
Per il resto sono 82 minuti di immagini, cose, città, e animali.
Si sviluppa così l'interessante prova dei due registi portoghesi Joao Pedro Rodrigues e Joao Rui Guerra da Mata, che in concorso internazionale hanno presentato "A ultima vez que vi Macau".
Il film racconta di un portoghese, a cui presta la voce o perlomeno il nome Joao Rui Guerra da Mata, costretto trent'anni dopo aver lasciato Macao a farvi ritorno per la chiamata d'aiuto dell'amica Candy, una showgirl transgender.
A bordo della nave che lo trasporta verso l'ex colonia portoghese, l'uomo ricorda gli anni dell'infanzia in cui vi ha vissuto felicemente.
Quel tempo però sopravvive solo nei ricordi: al suo arrivo scopre che Cindy è misteriosamente scomparsa e la città è popolata da un esercito di tigri finte e cani randagi.
Nel film si mescola l'antica cultura orientale con i sui simboli mistici, come i festeggiamenti per l'anno della tigre, la somma delle culture presenti nell'ex città coloniale di Macao e molti generi cinematografici dal documentario passando dal poliziesco al fantastico.
La narrazione, quasi completamente affidata a una voce fuori campo, é del protagonista Guerra da Mata, che ripercorre quei momenti come dei ricordi.
Il resto é affidato a poche parole e a molta inventiva nel linguaggio cinematografico.
Un film che è capace di catturare l'attenzione del pubblico fino al punto più critico senza mai venire meno, e di mescolare con cura e raffinatezza moltissimi elementi. Anche se non sempre si riesce a seguire con chiarezza il filo della storia, rimane sempre la curiosità di capire meglio ciò che succede.
fonte http://www.tio.ch/News pardo
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