sabato 17 novembre 2012

Lgbt Viaggi: Niente crisi per il turismo gay & lesbian

Il turismo gay & lesbian nel 2013 supererà i 180 miliardi di dollari di fatturato globale, dopo un 10% di crescita quest’anno a partire dai 165 miliardi del 2011: del tutto in controtendenza con la situazione economica di molti Paesi.

A cominciare dall’Eurozona, dove otto Paesi totalizzano da soli sul segmento LGBT un business di 58,3 miliardi di dollari, superiore anche ai 52,3 miliardi totali degli Usa.

Il dato è stimato dai ricercatori e marketer specializzati di Out Now Global, l’organizzazione fondata in Australia nel 1992 da Ian Johnson (in foto), sede europea ad Amsterdam, ormai storico pioniere dell’analisi di mercato sul segmento specifico.

In Brasile e in Giappone il più ampio potenziale di crescita
La stima globale sul turismo gay & lesbian – che utilizza dati su volumi e abitudini di consumo di 22 Paesi del mondo – è nel rapporto intitolato LGBT2020, diffuso al WTM di Londra, nel quale si afferma tra l’altro che il più ampio potenziale di crescita per il segmento sarebbe in Brasile dove il turismo LGBT vale già quasi 23 miliardi di dollari, e in Giappone, attualmente a quota 18,5 miliardi di dollari. I tre mercati più importanti dell’America Latina producono un business di altri 36 miliardi di dollari.

L’Italia risulta ottava nella lista globale, con 8,5 miliardi di business, ma solo decima per la spesa media dei viaggiatori LGBT, stimata in 2.667 dollari per persona l’anno.
La spesa media procapite annua in turismo di questi viaggiatori varia dai 1.245 dollari stimati per gli indiani (pur con dichiarate difficoltà di rilevamento) agli oltre 5mila dollari dei viaggiatori olandesi, passando per i quasi 2mila dollari dei polacchi, i quasi 3mila dei tedeschi e gli oltre 3mila dei gay britannici, quasi 3.200 i francesi.

La progressiva legalizzazione in molti Paesi del matrimonio tra persone dello stesso sesso sta creando un contesto sempre più favorevole al turismo, ma in generale Ian Johnson commenta così il fenomeno: «Molti fattori favoriscono la crescita della domanda in questo segmento.
Intanto, spesso i gay faticano a crescere, la tendenziale emarginazione ha spinto molti a reagire con forza, a scegliere e perseguire tenacemente percorsi professionali di alto profilo, al di là di ogni stereotipo sulla creatività diffusa nel mondo LGBT.

Reagire all’incertezza con il cambiamento e con molto impegno fa parte del nostro modo di essere, molti di noi hanno un doppio lavoro.
E in genere non abbiamo figli, che sono sempre costosi, il che accresce anche il potere di spesa medio del mondo gay, nel quale il viaggio è una delle voci di bilancio più importanti».
Ma secondo Johnson a sostenere la crescita del segmento contribuisce anche lo sviluppo dell’offerta di prodotto dedicata, con soluzioni su misura e molto invitanti studiate da destinazioni, hotel e tour operator più attenti che in passato alle esigenze di questo mercato.

Formazione specializzata
Per la prima volta quest’anno nel campione di Out Now Global sono entrati anche la Turchia – oltre cinque miliardi di dollari l’anno – e Israele, dove il turismo LGBT vale oltre un miliardo l’anno. Nel frattempo il gruppo Out Now offre al trade anche attività di formazione specializzata e una serie di iniziative di marketing dirette al consumo, in tutto il mondo.

«Visti i dati e la tendenza del segmento – ha aggiunto Johnson a Londra – è proprio ora che gli operatori e tutta l’industria si muovano per rinforzare la loro posizione su questo mercato».


Out Now Business Class Global LGBT Travel Report è in progress, per la prossima edizione, in 23 Paesi del mondo, su un campione totale di 100mila consumatori.
www.outnowconsulting.com - www.lgbt2020.com - www.betterlgbt.com
fonte http://www.lagenziadiviaggi.it

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