martedì 23 ottobre 2012

Lgbt Kiev: «I gay distruggono la società». Passa la legge omofobica in Ucraina

Un bacio gay? Cinque anni di carcere. Succede, in Ucraina.
Propaganda omosessuale? Cinque anni di carcere!

Kiev, Progetto di legge 8711. Un nome che, nella maggior parte della burocrazia parlamentare e giuridica mondiale potrebbe essere assimilato ad uno dei tanti futuri articoli di qualche codice civile o penale, o una legge per chissà quale contributo statale. In Ucraina assume tuttavia un significato specifico, e particolarmente repressivo per le più normali e riconosciute tra le libertà: quella di espressione.

Tramite questo progetto, approvato in prima lettura a inizio mese e con un’amplia maggioranza dei membri del Parlamento (289 favorevoli, 161 tra contrari e astenuti), infatti, si andrà ad introdurre il reato di “propaganda omosessuale”, con pene detentive che potranno arrivare fino ai cinque anni di carcere, per il solo crimine di aver difeso, sostenuto o appoggiato la libertà di amare.

A titolo esemplificativo, si può sostenere che anche un discorso al bar, intorno a un tavolo, potrebbe essere censurato. Articoli giornalistici, manifestazioni di piazza, un bacio o una dimostrazione di affetto: tutto rischia di essere epurato, multato, vituperato, considerato alla stregua di un crimine.
repressione gay ucraina

I promotori e i firmatari di questa oscena limitazione dei diritti dei cittadini ucraini, i quali dopo anni di repressione comunista – Stalin arrivava ad internare gli omosessuali dei gulag, senza tanti fronzoli – sono forse abituati a veder schiacciate le più ovvie libertà personali, sostengono che l’omosessualità è un fenomeno criminale, un cancro per la società poiché produce ondate epidemiche di Aids, ma soprattutto mina alla stabilità della famiglia, che va difesa da ogni possibile calo demografico, che appunto avverrebbe se si sviluppasse la componente omosessuale della società.

I deliri parlamentari, tuttavia, sono purtroppo in buonissima compagnia: già lo scorso agosto un comitato scientifico cooptato dal governo di Kiev, in preda a un delirio inspiegabile, aveva portato allo stop di alcune trasmissioni televisive di larghissimo consumo internazionale, primi tra tutti I Simpson e SpongeBob, quest’ultimo bollato come “omosessuale, propedeutico alla distruzione della famiglia e alla diffusione di vari vizi, che spinge i bambini tra i 3 e i 5 anni a fare scherzi, ridere ad alta voce e ripetere frasi senza senso”. Già, in Ucraina è vietato anche essere bambini.

L’omofobia non è solo materia per il paese di Yulia Timoshenko, l’ex premier rinchiusa in carcere per contrastare l’occidentalizzazione del paese. In Serbia, altra nazione nel quale l’ascesa delle forze conservatrici e illiberali è da tempo oggetto di dure critiche da parte degli osservatori internazionali, e dell’Unione Europea in testa, ogni manifestazione dell’orgoglio omosessuale – il cosiddetto gay pride che ogni anno si svolge in molte città, Italia compresa – è stato ufficialmente vietato per ragioni di sicurezza, ufficiosamente per sostenere le azioni di gruppi ultra-nazionalisti legati all’estrema destra.

A nulla sono valse le parole levate in aula a Strasburgo dal relatore europeo per la Serbia, che si è detto rammaricato per la mancanza di libertà nel suo paese. Così è, se vi pare.
fonte http://www.wakeupnews.eu/ Post di Stefano Maria Meconi

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