Le Olimpiadi sono un trionfo dello sport e, per usare le parole di de Coubertin, un incontro con la storia.
Sono anche un trionfo della fisicità e di muscoli guizzanti: oltre che di prodezze atletiche in questi giorni godremo di visioni di bellezze femminili e maschili che, chissà, faranno volare le fantasie.
Maschile e femminile, dicevamo: nei Giochi Olimpici, ma in tutte le discipline sportive, si tratta di una divisione ben netta. Su questa divisione si muove il bel saggio di Elisa Virgili dal titolo Olimpiadi. L’imposizione di un sesso, pubblicato dalla casa editrice Mimesis nella collana LGBT. Studi sull’identità di genere e l’orientamento sessuale diretta da Francesco Bilotta.
Virgili parte da un caso ben noto: la vicenda di Caster Semenya che, con un tempo incredibile, vinse l’oro ai Campionato Mondiali di Berlino del 2009. Ma l’interesse di tutti era sapere se Caster fosse maschio o femmina.
Il saggio di Elisa Virgili, studiosa di Gender Studies e Filosofia Politica, si articola in due sezioni, interessanti e allusive fin dal titolo: Vuoi vedere cosa c’è sotto? e Cosa c’è dietro.
Nella prima parte si analizza a fondo il caso di Caster Semenya. Il titolo è mutuato da una risposta della stessa atleta:
“Vuoi vedere cosa c’è qui sotto?” è la risposta di Caster Semenya al benzinaio di Città del Capo che vedendola entrare nel bagno delle donne aveva avuto qualcosa da ridire. Sembra una frase qualsiasi, una frase fatta. Ma proprio in quanto tale porta con sé una quantità di significati sottesi, rivelando un immaginario di riferimento per nulla neutro.
Dopo aver affrontato da più punti di vista la vicenda di Semenya, Elisa Virgili affronta quello che c’è a monte (o dietro, per riprendere il titolo della sezione): dalla nascita dei Gender Studies, alla Queer Theory; analizza la questione sex/gender per poi parlare di quello che c’è tra i due sessi o al di là di essi.
Come si può costruire un maschio, costruire una femmina? È un dato naturale che ci siano i maschi e ci siano le femmine, così dio li creò e così è per natura. Ma ci sono dei corpi, e non sono nemmeno così pochi, che evidentemente sfuggono al dettame divino e a quello naturale, sono i corpi intersessuati, corpi che hanno caratteristiche di entrambi i sessi. Queste persone però, invece di essere valorizzate nella loro particolarità, come nella mitologia che per prima le ha descritte, vengono ora costrette a essere femmine o maschi.
Oltre a Semenya, in Olimpiadi. L’imposizione di un sesso sono presenti altri esempi, come Herculin Barbin (1838-1868)
vittima di questo dispositivo biopolitico che impone di assumere uno dei due sessi. La chiesa, le medicina, la famiglia, il collegio, le hanno chiesto di scegliere di essere maschio o femmina, una scelta a cui lei non si è opposta, ma che l’ha portata al suicidio.
E conclude Virgili:
Si comincia a capire in modo più chiaro come anche il sesso possa essere costruito. Questo accade anche per chi ha un corpo da maschio o da femmina ma non si sente adatto al corpo in cui è nato e decide allora di ricostruirlo, come nel caso dei transessuali.
Un saggio veramente illuminante e ben condotto che vale la pena di leggere durante queste Olimpiadi.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo
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