venerdì 13 aprile 2012

Lgbt: Transessuali, ogni anno circa 150 interventi per cambiare sesso

Ogni anno 30 persone transessuali si sottopongono a un intervento chirurgico per cambiare sesso (in Italia sono circa 150).

E, come racconta la psicologa Daniela Anna Nadalin, che lavora al consultorio del Mit “sono sempre più i giovani, accompagnati dalle famiglie”.

Sono circa 780 gli utenti del consultorio del Mit, ma non per tutti il percorso di transizione si conclude con l’intervento chirurgico.

Per quelli che ci arrivano però l’attesa è lunga: 2 anni per il passaggio MtoF (da uomo a donna) e 7/8 mesi per il passaggio FtoM (da donna a uomo).

Il percorso di transizione può essere quindi anche molto lungo: se si considera che servono almeno 2 anni di accompagnamento e supporto dal primo accesso, a cui vanno aggiunti, oltre a quelli della lista di attesa, anche quelli del tribunale che deve esprimersi sulla domanda di cambio di sesso (in media 1 anno).

Se ne parlerà nel convegno organizzato dal Mit, insieme all’Osservatorio nazionale sull’identità di genere (Onig) e al Centro europeo studi sulla discriminazione (Cesd), in occasione dei 30 anni della Legge 164/1982 sul cambio di sesso.

Una buona legge, della cui approvazione fu artefice lo stesso movimento, ma che va tenuta sotto controllo. Soprattutto dopo le modifiche apportate nel 2011 con cui è stata attribuita alla giurisdizione ordinaria la competenza per le domande di rettifica di attribuzione di sesso.

Con un evidente aggravio di tempistiche, vista la lentezza della giustizia italiana.

“Vogliamo fare il punto sulla sua applicazione per capire che cosa andrebbe cambiato – spiega Porpora Marcasciano, presidente del Mit – come, ad esempio, dare la possibilità di cambiare il nome senza dover arrivare al cambio di sesso: una conquista di civiltà che faciliterebbe la vita e l’inserimento lavorativo delle persone transessuali”.

Il convegno “Un transito lungo 30 anni” si terrà il 14 aprile (esattamente 30 anni dopo il 14 aprile 1982) a Bologna e vedrà anche la partecipazione di Don Ciotti.

Porre al centro la vita delle persone transessuali. È questo il messaggio che il Mit vuole lanciare in occasione del convegno.

“La legge è stata una conquista straordinaria, fu la seconda in Europa dopo quella tedesca, spiega Cathy La Torre, vicepresidente del Mit, ma è datata e la sua applicazione impatta con la vita delle persone transessuali, in particolare con le modifiche approvate nel 2011”.

Uno dei punti su cui il Mit intende lavorare è quello del cambio del nome, oggi possibile solo se vi è stato un intervento chirurgico di cambio del sesso.

“Un grande ostacolo in particolare per ciò che riguarda il lavoro – continua La Torre – Se gay e lesbiche sono discriminati sul posto di lavoro, i trans lo sono nell’accesso stesso al lavoro e su questo incide certamente il fatto che il nome sui loro documenti non coincide con il loro aspetto”.

Sono 4 le direttrici su cui il Mit intende impegnarsi: una ricerca scientifica sulla discriminazione e l’accesso alla sanità per i transessuali, una ricerca scientifica sulla discriminazione nel mondo del lavoro, l’emanazione di una legge che punisca i crimini di odio non solo contro gay e lesbiche ma anche contro i trans e un lavoro sulla rappresentazione delle persone trans nei media. “Su questi punti, precisa la vicepresidente, chiederemo l’impegno da parte del ministero”.

Intanto, il Mit incassa l’impegno del Comune, nella persona dell’assessore alla Sanità, Luca Rizzo Nervo, a “mettere mano alla sede del Mit per fare in modo che l’attività del consultorio si svolga in un ambiente adeguato”.

Dal 2001, infatti, il Mit è in una sede provvisoria (in via Polese) che presenta problemi di insalubrità, è senza finestre e ha un impianto di aerazione vecchio.

“La situazione è insostenibile e spesso non riusciamo a far fronte alle richieste” dice La Torre.

Il consultorio è gestito dall’associazione in convenzione con l’Ausl e con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna e, come racconta Porpora Marcasciano, è un’esperienza unica in Italia e in Europa.

“Per noi quello sportello è l’applicazione della Legge 164 – dice – perché accompagna le persone transessuali nel percorso di transizione che può portali al cambio di sesso”.

Il convegno “Un transito lungo 30 anni” si svolgerà il 14 aprile 2012 a partire dalle 9 nell’Aula Magna Santa Cristina (via del Piombo, 2).
fonte http://affaritaliani.libero.it

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