Il 23 aprile i quesiti saranno al centro di un dibattito sui programmi dei candidati sindaco.
Una specie di esame in dieci «quesiti» per i candidati a sindaco di Palermo. Chi lo supera «vince» i consensi di omosessuali, bisex, lesbiche e trans del capoluogo siciliano.
Come dire un pacchetto di almeno 50 mila voti.
L'Arcigay in vista delle amministrative di maggio apre il confronto su dieci punti, precisando però di volere restare politicamente neutrale: «Nessuno dei membri del direttivo è candidato, e l’associazione non darà indicazioni di voto», «assumendo un ruolo di sensibilizzazione, stimolo per i candidati e per gli elettori, in modo che questi ultimi possano decidere chi votare con consapevolezza e disponendo di tutte le informazioni necessarie».
«Ci rivolgiamo non solo ai circa 50 mila lesbiche, gay, bisessuali e trans di Palermo - spiegano dall'Arcigay -, ma anche a tutte le persone che considerano il rispetto e la promozione dei diritti umani e civili come la base dell'amministrazione della cosa pubblica, e che rivendicano l'eguaglianza come valore fondante della civiltà».
Il 23 aprile i quesiti saranno al centro di un dibattito, nel corso del quale saranno raccolte le dichiarazioni e i programmi dei candidati, anche consiglieri comunali e di circoscrizione: «Si tratta - spiega Arcigay - di 10 questioni chiave sulla non discriminazione nell'attività della macchina comunale, sulla sensibilizzazione e la formazione del personale e della pubblica opinione, sulle strutture di supporto al lavoro ed ai servizi delle associazioni e a necessità che non trovano risposte nelle strutture esistenti (come una comunità alloggio che accetti le persone trans maltrattate), la sensibilizzazione su Hiv e altre malattie a trasmissione sessuale, il Pride, la Rete delle amministrazioni contro le discriminazioni.
Alcuni di questi impegni erano già stati approvati a larga maggioranza dal consiglio comunale, ma sono rimasti lettera morta: è proprio da questi impegni già assunti che vogliamo che la prossima amministrazione comunale riparta"».
Tra le richieste ai candidati c'e' quella di «patrocinare ed agevolare la realizzazione dei Pride cittadini e di tutte le manifestazioni collaterali»; l'adesione alla rete Ready - Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere; promuovere la costituzione di un osservatorio per l'analisi e la prevenzione dei fenomeni di discriminazione e violenza contro le persone LGBT; l'operatività del registro delle Unioni civili deliberato dal Consiglio comunale nel 2011, «legandolo a diritti effettivi».
Fonte Italpress via: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli
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