giovedì 19 aprile 2012

Lgbt: Cinema "Street Dance 2" A passo di danza tra confetti e testosterone


La storia è sempre la stessa: Ash (Falk Hentshel) ha un sogno nel cassetto, affermare se stesso attraverso la danza. Passando dal ruolo di ‘ragazzo dei pop corn’ a quello di sfidante della più forte crew del momento con risultati disastrosi, decide di partire con il suo nuovo amico Eddie (George Sampson) e radunare i più grandi streetdancer di tutta Europa, riscattandosi così in occasione del prossimo battle.

Sarà a Parigi che conoscerà la bellissima ballerina di salsa Eva (Sofia Boutella) con cui darà vita ad una inedita fusion di latino americano e street dance. Ovviamente dopo le incomprensioni e i momenti di scoraggiamento del caso, il lieto fine è assicurato così come i confetti tra i due giovani protagonisti.

Seppur ancora limitato da una sceneggiatura che mette in sequenza i soliti luoghi comuni, al sequel del successo di botteghino ‘Street Dance 3D’ va il merito di aver imparato a strizzare l’occhio ad un pubblico più ampio, come afferma il produttore James Richardson: “All’inizio, abbiamo ipotizzato che il primo film fosse per adolescenti, ma poi ci siamo resi conto che il nostro pubblico includeva anche famiglie […] Abbiamo anche capito che i fan del primo film erano più grandi adesso – le loro vite erano cambiate e maturate, così abbiamo pensato di fare un film un po’ più adulto senza perdere le parti più divertenti”.

Così tutù e scarpette del primo ‘Street Dance’ – peraltro legati ad un immaginario più infantile – cedono il passo alla passionalità del tango e della salsa, l’esibizionismo proprio della street dance incontra la necessaria condivisione di un momento propria dei balli latini.

In film come questo e, in generale in qualsiasi film su e con la danza (salvo rare eccezioni) si ha sempre la netta sensazione che l’universo rappresentato sia distante anni luce dalla percezione effettiva che i danzatori – siano essi latini, classici o bboys – hanno del proprio mondo. ‘Street Dance 2’ non fa eccezione, per quanto tuttavia sia migliore del suo precedente per vari aspetti: la già citata attenzione ad un pubblico un po’ più adulto fa sì che i dialoghi siano di un livello leggermente superiore al primo; i personaggi – soprattutto i protagonisti – appaiono particolarmente azzeccati; la fusione tra danza latina e street dance è molto più verosimile nonché coreograficamente più ricca di un improbabile scontro tra un cigno e un ragazzo di strada.

Un prodotto tecnicamente ben confezionato nonostante il 3D trascurabile vista la scelta registica del duo Max & Dania di inquadrare le sfide tra le crew (ovviamente il momento più appagante da un punto di vista visivo) quasi sempre in campo medio, sfruttando dunque poco le potenzialità del mezzo come invece avevamo apprezzato nel film di Wenders (pellicola di tutt’altro spessore, del resto).

Siamo comunque sicuri che basteranno la bellezza degli attori, una colonna sonora coinvolgente e dei danzatori davvero sorprendenti a regalare l’ennesimo successo di botteghino alla produzione.
fonte http://www.fourzine.it di Alice Ungaro

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