lunedì 20 luglio 2020

La diversità come valore di Marco Buemi

La cultura delle differenze e la diversità rappresentano una costante nella storia umana e nella sua organizzazione sociale ed economica. Nel corso dei secoli gli esseri umani si sono evoluti adottando dei modelli sempre più complessi, strutturati e, per molti versi, omologati.

Di recente, tuttavia, i cambiamenti nella composizione sociale e nelle abitudini di vita hanno determinato la necessità di integrare nuove categorie di persone solitamente discriminate. Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, i diritti LGBT, i flussi migratori, il processo di progressivo invecchiamento delle popolazioni occidentali e il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità hanno, infatti, posto l’attenzione sull'altro, su chi è sempre stato considerato “un diverso”.

Se, da un punto di vista normativo, questi fenomeni hanno portato all'approvazione e all'emanazione di legislazioni ad hoc, la strada verso una completa integrazione della diversità, nel tessuto economico e sociale, è ancora lunga. L’integrazione nasce infatti dalla definizione di un ruolo e dall'inserimento in un determinato contesto. In tal senso, il lavoro ricopre, dunque, una parte fondamentale e le aziende devono essere pronte ad accogliere la diversità attraverso modelli organizzativi pluralistici ed inclusivi.

Il vantaggio derivante dall'adozione di tali modelli è stato, anche in Italia, dimostrato a livello concreto da aziende all'avanguardia come TIM ed IBM. Questi due colossi hanno, attraverso strategie ben definite e attività di formazione e comunicazione interne ed esterne, dimostrato che l’applicazione dei modelli e degli strumenti del Diversity Management incrementano in modo quantitativo e qualitativo le prestazioni dei propri lavoratori, il loro senso di affiliazione e, di conseguenza, la performance economica e finanziaria dell’azienda sui mercati. I risultati raggiunti attraverso l’applicazione dei principi del Diversity Management offrono opportunità di crescita non solo culturale, ma anche in termini di creatività, innovazione, generazione di idee attraverso iniziative a favore della creazione di un’organizzazione inclusiva in grado di accrescere il benessere aziendale e migliorare il work-life balance.


Il Diversity Management rappresenta, oggi, un vero e proprio percorso verso la consapevolezza, la prevenzione e l’allontanamento degli stereotipi, l’acquisizione di strumenti che orientino le scelte comportamentali e definiscano piani di azione individuali per il miglioramento delle relazioni lavorative, l’inclusione e la valorizzazione della diversità.

Oggi più che mai la necessità di attuare modelli innovativi e creare valore aggiunto è essenziale per affrontare le sfide determinate dalla recente crisi sanitaria e le conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno, di cui non si conoscono ancora con certezza le implicazioni future. Per questa ragione è opportuno che le aziende ripensino l’ambiente lavorativo a partire dalla natura sociale e relazionale dell’essere umano, della sua unicità, della sua diversità intesa come valore aggiunto, come crescita e come valorizzazione.

Nasce in questa ottica, DNA - Difference iN Addition, una piattaforma multi stakeholder pensata per mettere in contatto il mondo delle aziende, della pubblica amministrazione e del terzo settore con modalità di gestione più partecipativa e inclusiva. La piattaforma, che sarà presentata con un webinar il 23 luglio, nasce con lo scopo di proporre una nuova gestione delle risorse umane fondata sulla specificità dei singoli individui per una maggiore comprensione della cultura delle differenze.

Questa è la visione alla base dell’iniziativa promossa da Per Formare S.r.l. Impresa Sociale e INTERACTION FARM.  Una piattaforma il cui team di lavoro è composto da esperti e professionisti che nell'ultimo decennio hanno portato al successo internazionale buone pratiche di diversity e inclusione lavorativa e che offrono un servizio personalizzato ed efficiente ai beneficiari e alle aziende, con l’obiettivo di incrementare l’impatto sociale, nella convinzione che l’appartenenza alle categorie protette, la disabilità, l’origine etnica, la religione, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’età possono essere considerate risorse fondamentali per le organizzazioni, in termini di idee, competenze e approccio. Una realtà che supporta le organizzazioni, pubbliche e private, in percorsi di innovazione attraverso strategie e metodi che pongono diversità, equità, inclusione e welfare al servizio di un’idea di cambiamento sostenibile e dal forte impatto sociale.
fonte: di Marco Buemi    https://espresso.repubblica.it/

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