L'attore, omosessuale dichiarato da oltre 20 anni, in un'intervista ha affermato:
«Non riesco a pensare a qualcosa di peggiore di un bambino cresciuto da due padri». Polemica nel mondo gay
Meglio non essere genitori, piuttosto che essere genitori gay. La pensa così Rupert Everett, 53, omosessuale dichiarato da ormai 20 anni, che in un'intervista rilasciata al Sunday Times Magazine ha affermato: «Non riesco a pensare a qualcosa di peggiore di un bambino cresciuto da due padri».
L'attore condivide in pieno l'opinione della madre Sara, 77, che, anche dopo aver conosciuto l'attuale fidanzato del figlio, continua a sostenere l'idea tradizionale di famiglia: «Un bambino ha bisogno di un padre e di una madre», ha detto, ammettendo di desiderare tuttora che il figlio torni sui suoi passi, trovi una moglie e la renda finalmente nonna.
Immediata la reazione di Ben Summerskill, l'amministratore delegato dell'associazione no-profit per i diritti dei gay e delle lesbiche Stonewall. Summerskill consiglia all'attore di Shakespeare in Love di cominciare a pensare con la propria testa indipendentemente dalle idee della madre, perché «non esistono prove che testimonino che crescere con due genitori dello stesso sesso provochi disagi ai bambini».
Everett, dall'altra parte, sostiene di aver parlato per se stesso. Non pretende di farsi portavoce delle opinioni di una comunità gay di cui non si sente parte. «L'unica comunità a cui appartengo è quella umana e abbiamo fin troppi bambini. Non è il caso di farne altri», ha aggiunto.
fonte http://www.vanityfair.it di C. Franceschini foto AP/LaPresse
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