sabato 24 settembre 2011

Lgbt: Lista di politici gay e omofobi su blog pirata, è polemica, Paola Concia "Modo estremo di fare battaglia politica"

Paola Concia:"Modo estremo di fare battaglia politica" , privo di trasparenza

Per il ministro Carfagna è "una bufala, cinica e violenta"
Arcigay: "Operazione spregevole"

La comunità omosessuale si divide. L'operazione, annunciata da giorni, è scattata alle 10 di mattina: su un blog anonimo è comparsa una lista di dieci nomi di politici tacciati di essere gay e omofobi. Annunciati ulteriori outing, relativi non solo al mondo politico.

L'operazione, annunciata da giorni, è scattata alle 10 di mattina: su un blog anonimo creato attraverso una piattaforma americana è comparsa una lista di dieci nomi di politici tacciati di essere gay - benchè non si siano mai dichiarati tali - e omofobi.
I dieci politici inseriti nella lista sono esponenti di centro e di centrodestra (Udc, Pdl, Lega), tra i quali un ministro e un presidente di Regione. Ironiche le reazioni di due dei parlamentari che compaiono nella "outinglist".

"Mi era giunta notizia - dice Massimo Corsaro, vicepresidente vicario del Pdl alla Camera - che il mio nome sarebbe stato strumentalmente inserito in un elenco infamante. Per un attimo ho temuto che mi inserissero in quello degli interisti occulti. Tutto sommato meglio così".

Di analogo tenore il commento di Mario Baccini, esponente del Pdl e presidente dei Cristiano popolari: "Sono seriamente preoccupato perché ho già ricevuto un centinaio di telefonate di donne in apprensione, a cominciare da mia moglie Diana.

A seguito della notizia mi hanno assicurato che si sta costituendo un comitato femminile per la tutela del maschio latino che lancerà una campagna di adesioni e raccolta firme affinche' l'Unesco mi riconosca come maschio patrimonio dell'umanità".

Durissimo il giudizio del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. Si tratta - dice - di "una bufala, cinica e violenta: diffamazione gratuita che non aiuta certo la causa della lotta contro l'omofobia, anzi, fomenta l'intolleranza e, quindi, la violenza.

Il ricorso all'idea di 'lista', poi, riporta alla nostra memoria orrori del passato che non si ripeteranno". La Carfagna rammenta che "il diritto e la libertà di essere se stessi è un principio fondamentale della Repubblica e tutti dovrebbero rispettarlo".

Anche Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, punta il dito contro "una azione violenta di una minoranza dei movimenti gay che ricorre ad ogni mezzo per intimidire e minacciare di rappresaglie chi non condivide le sue rivendicazioni sponente del governo".

L'idea di ricorre al cosiddetto "outing" - rivelare l'identità omosessuale di una persona senza il suo consenso - come forma di lotta contro le ipocrisie del mondo politico divide la stessa comunità gay.

Difende l'iniziativa Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia ed ex numero uno di Arcigay, per il quale l'azione piratesca "è il frutto dell'indignazione di chi quotidianamente subisce violenze e insulti" e non merita di essere bollata come "macchina del fango": "Se uno dice ad un altro che è gay di cosa lo sta accusando?".

Ma l'attuale presidente di Arcigay, Paolo Patanè, parla di "operazione spregevole" che "inganna la legittima rabbia delle persone gay, lesbo e trans esasperate dall'assenza di rispetto e delle leggi".

Netta contrarietà anche da un'altra figura di riferimento della comunità omosessuale ed ex presidente di Arcigay, Franco Grillini, ora impegnato nelle file dell'Italia dei valori: "E' sbagliato fare una lista di nomi, violando la privacy delle persone anche se, in alcuni casi, si tratta di omofobi patentati che fanno una politica senza coerenza con la propria identità".

No all'outing pirata anche dalla deputata Pd Paola Concia, ex presidente di Gayleft, secondo cui si tratta di "un modo estremo di fare battaglia politica" privo di trasparenza ed estraneo alla sua cultura.

La "outinglist" potrebbe essere aggiornata con l'aggiunta di nomi non solo appartenenti al mondo politico, avvertono gli anonimi promotori. Che puntualizzando: "I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull'omofobia".

"Da questa vicenda dovremmo prendere spunto per avviare una riflessione pacata e rigorosa. Non condivido questa operazione di outing forzato poichè lede profondamente la sensibilità e il diritto alla privacy delle persone coinvolte. ritengo tuttavia che, per quanto sconsiderata, questa iniziativa sia figlia della radicalizzazione del dibattito sui diritti civili e la lotta all'omofobia". Così Ignazio Marino, senatore del Partito democratico.

"Viviamo in un paese - continua Marino - che non ha ancora una normativa sulle unioni civili perché la cultura dei diritti è arretrata, e la politica è incapace di affermare 'laicamente' il principio della piena uguaglianza dei cittadini. Alla Camera, poi, è stata affossata la legge contro l'omofobia negando una protezione contro le aggressioni agli omosessuali. questa mancanza di garanzie e tutele rende il paese più fragile, è ora di porvi rimedio con provvedimenti concreti e non ipocriti sui diritti".

"Becera, vile, barbara e senza alcuna prova", così Alessio De Giorgi, direttore di Gay.it, definisce l'iniziativa.
"Chi ha deciso quali nomi pubblicare e quali no? - chiede - Come sono stati raccolti questi nomi? Sulla base di quali prove è stato deciso di inserirli in questa lista? Cosa c'è a supporto di queste affermazioni? Siamo proprio sicuri che tutti i personaggi inseriti in questa lista siano effettivamente omosessuali o piuttosto sono solo pettegolezzi, dicerie, discorsi da bar?".

Il direttore del sito inoltre addossa la paternità politica ad Aurelio Mancuso. Per De Giorni inoltre l'operazione outing potrebbe rivelarsi un boomerang per l'intera comunità lgbt italiana, che "in buona parte ha comunque ha giustamente preso le distanze da questa operazione".
fonte http://www.rainews24.rai.it

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