lunedì 11 luglio 2011

Lgbt danza: Addio al coreografo Roland Petit


Una leucemia fulminante ha portato via in un soffio uno dei grandi della danza del Novecento: Roland Petit. Il grande coreografo francese di origine italiana (la mamma era genovese: una Repetto) si è spento questa mattina a Ginevra, la città svizzera nella quale si era ritirato a vivere da qualche anno insieme alla moglie, Zizi Jeanmaire interprete privilegiata di tante sue creazioni.

Nato a Villemomble, piccola città dell'Ile de france, nel 1924, si era formato professionalmente nel tempio della danza classica francese, l'Opéra, dove aveva debuttato appena sedicenne.

Ambizioso, assetato di cultura, aveva stabilito giovanissimo legami importanti con personaggi chiave del fecondissimo ambiente post-diaghileviano, primo fra tutti Jean Cocteau (che gli aveva “regalato” il soggetto di uno dei suoi balletti più famosi Le jeune homme et la mort) e a soli vent'anni aveva lasciato l'Opéra per lavorare con un gruppo di giovani artisti raccolti nella compagnia Les ballets des Champs Elysée ottenendo fin dagli esordi importanti successi.
Pochi anni dopo aveva lasciato anche questa compagnia per crearene una sua Les ballets de Paris.

Autore prolifico, creatore di balletti intramontabili – come la sua inquietante, sulfurea, spumeggiante versione di Coppélia o la celeberrima Carmen, creata proprio per la sua Zizi – Petit aveva esplorato con avventuroso eclettismo anche le strade della rivista e il cinema.

Il suo debutto al cinema era avvenuto con Charles Vidor per Hans Christian Andersen. Ad Hollywood aveva regalato una delle sue stelle più brillanti, l'effervescente Leslie Caron già étoile della sua compagnia e poi protagonista accanto a Fred Astaire del delizioso Papà Gambalunga di Jean Negulescu per cui Petit aveva creato le coreografie.

Direttore per venticinque anni (1972-1997) del Ballet National de Marseilles, Petit ha collaborato con le maggiori compagnie di balletto del mondo dall'Opéra – per la quale aveva creato uno dei suoi balletti più celebri Notre dame de Paris (1965) al Royal Ballet di Londra al National Ballet of Canada all'Opera di Berlino.

Protagonista negli anni Sessanta e Settanta di una leggendaria rivalità con l'altro grande della coreografia francese Maurice Béjart si era sempre definito un “conservatore” in contrapposizione con gli atteggiamenti “rivoluzionari” del marsigliese Béjart.

La sua ultima apparizione in Italia è stata nello scorso dicembre all'Opera di Roma con "Serata Roland Petit" a lui dedicata. Al suo fianco, sua moglie, la leggendaria Zizi. In quell'occasione, al termine dello spettacolo, uscì in scena chiamato a gran voce dai ballerini. Accennò anche un passo di danza e il pubblico esplose in una standing ovation per uno dei protagonisti assoluti della coreografia mondiale.
fonte www.ilmessaggero.it di Donatella Bertozzi

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