Massimo Frana ha 42 anni e insegna in un liceo di Roma
"Basta una frase a farti sentire emarginato, invisibile. La violenza di quelle parole, "Io non affitto ai gay", mi ha ferito profondamente". A parlare è Massimo Frana, insegnante di 42 anni, nato in Calabria e da quattro anni residente a Roma, che ieri si è rivolto all'Arcigay dopo che una signora di circa 65 anni ha negato la disponibilità ad affittargli l'appartamento in quanto omosessuale (LEGGI).
Ci racconta cosa è successo?
"A metà agosto su un giornale ho letto l'annuncio di una stanza in affitto al Tuscolano, in via Lucio Sestio. Il prezzo, 500 euro al mese, e la grandezza corrispondevano alle mie esigenze, quindi ho telefonato alla proprietaria per vedere l'appartamento (La registrazione). Poi la settimana scorsa l'ho visitato".
È stata la proprietaria a farle vedere la camera in affitto?
"No, con lei non ci siamo mai incontrati. Sono stato accompagnato da una signora straniera e poi ho richiamato la proprietaria per dirle che la stanza mi interessava. Ma volevo alcuni chiarimenti su una frase che aveva pronunciato in una telefonata precedente".
Quale frase?
"Mi disse che non avrebbe affittato la stanza a gay o a extracomunitari. Non credevo fosse possibile un atteggiamento del genere, quindi le ho chiesto spiegazioni".
E la signora cosa le ha risposto?
"Ha ribadito che non avrebbe affittato la stanza ai gay. Ma non per sua scelta, quanto perché, a suo dire, nel palazzo non avrebbero capito e quindi, dopo una settimana, mi avrebbe dovuto mandare via".
Lei ha mai dichiarato espressamente alla proprietaria di essere omosessuale?
"No assolutamente. È lei che ha voluto affrontare la questione. Ha posto subito un paletto: "Non affitto ai gay". Una discriminazione inaccettabile per un paese dove, a quanto pare, c'è ancora molto da fare per i diritti degli omosessuali".
Lei cosa ha risposto alla proprietaria dell'appartamento?
"Le ho spiegato che consideravo moralmente ed eticamente inaccettabile negare l'affitto ai gay. A quel punto è diventata una questione di principio. Poi le ho detto di essere omosessuale".
È il primo episodio del genere che le capita in questa città?
"Si, nessuno prima mi aveva mai sbattuto la porta in faccia. E comunque, mi ha indignato sentire dire dalla proprietaria che, oltre che agli omosessuali, non avrebbe affittato neanche agli extracomunitari. È inaccettabile".
Ha denunciato l'episodio alle forze dell'ordine?
"No, sarebbe stato inutile. In Italia, purtroppo, non esiste una legge a cui appellarsi nel caso di discriminazioni di questo tipo.
Quindi ha deciso di rivolgersi all'Arcigay...
"Una cosa del genere non poteva passare sotto silenzio. Ho perdonato la signora, ma le sue parole sono state per me una forma di violenza. Da dieci anni insegno ai miei alunni a essere aperti e rispettosi di ogni diversità, vista come valore che arricchisce. E loro, i giovani, questo lo capiscono. Sono gli adulti che, evidentemente, hanno ancora molto da imparare".
fonte roma.repubblica.it
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