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lunedì 20 settembre 2010
Lgbt Transessualità e Transfobia, Latina: trans tenta il suicidio dopo anni di mobbing “Ti faremo impazzire” gli dicevano
Anni di soprusi sul lavoro perché transessuale l’hanno portato a tentare di ammazzarsi. “Ti faremo impazzire” gli dicevano.
E’ quanto S.T., transessuale (da donna a uomo) di 35 anni che vive in provincia di Latina, ha denunciato all’avvocato Daniele Stoppello, responsabile dell’ufficio legale di Gay Help Line. E’ quanto si legge in una nota dell’Arcigay. “S.T.- afferma l’avvocato Stoppello - lavora da circa dieci anni per una grande azienda casearia pontina come operaio e i suoi problemi cominciano circa cinque anni fa, quando dichiarò apertamente al datore di lavoro e alle sue colleghe di voler intraprendere il percorso di transizione“.
“TI FAREMO IMPAZZIRE” - “Da quel momento – continua - è iniziato un vero e proprio calvario: gli viene vietato l’accesso al bagno e allo spogliatoio costringendolo, di fatto, a cambiarsi in corridoio, gli ripetono “vedrai, un po’ alla volta ti faremo impazzire“, si rivolgono a lui usando l’appellativo ‘Transformer’, viene isolato dagli altri colleghi durante l’ora di pranzo, nel 2008 riceve una serie di lettere di richiamo a cui, però, non segue alcun provvedimento e viene più volte malmenato e insultato con le parole “Sei mezza lesbica e mezzo frocio’“.
“Il 13 settembre scorso, S.T., esasperato da questo clima, ha tentato di togliersi la vita tagliandosi i polsi con un taglierino all’interno dell’azienda, in presenza di colleghe e dirigenti - aggiunge Stoppello – nonostante perdesse molto sangue è stato anche spintonato per essere poi soccorso all’uscita dello stabilimento dagli operai di un’azienda vicina, e trasportato successivamente all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina“.
“S.T. – conclude Stoppello – si è rivolto alla nostra associazione insieme ai suoi familiari per denunciare l’accaduto e per chiedere assistenza legale. La vicenda merita l’immediata attenzione dell’autorità giudiziaria perché risultano violate tutte le normative che tutelano le persone lesbiche, gay e trans nei luoghi di lavoro“.
TRANSFOBIA - “Questo episodio mostra in modo drammatico – afferma Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma e responsabile di Gay Help Line – una condizione lavorativa assurda, disumana e inaccettabile e dimostra la necessità di norme severe che contrastino l’omofobia e la transfobia.
Il lavoro per le persone trans rappresenta una vera e propria emergenza sociale: Gay Help Line 800.713.713 – numero verde per lesbiche, gay e trans del Comune di Roma supportato anche dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio, il cui sostegno assicura il servizio in tutto il territorio regionale – riceve moltissime segnalazioni e denunce di chi, dopo aver iniziato un percorso di transizione subisce episodi di mobbing, perde il proprio impiego e non sempre riesce a trovarne un altro“.
“Una realtà dolorosa e complessa perché espone moltissime persone al racket, allo sfruttamento, al mercato del lavoro nero o, come in questo caso, al suicidio. L’Italia - conclude Marrazzo – e’ una repubblica fondata sul lavoro. Le Istituzioni intervengano per rendere valido questo principio per tutti, eliminando ogni barriera che ostacola il lavoro per le persone trans“.
fonte giornalettismo.com
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