venerdì 28 maggio 2010

Lgbt, Lezioni di fair play al Festival di cinema trans Divergenti a Bologna


Lezioni di fair play al Festival di cinema trans Divergenti a Bologna Dal 19 a 23 maggio si è tenuto al cinema Lumiere di Bologna, la terza edizione del festival di cinema trans Divergenti. Il festival, l’unico in Italia ad affrontare in modo specifico le diverse tematiche legate al transessualismo e al transgenderismo, dedica quest’anno particolare attenzione al rapporto tra transessualismo e sport, con la proiezione di Second Serve, fiction sulla storia della tennista transessuale Renée Richards, interpretata magistralmente da Vanessa Redgrave e di Erik(A), documentario su Erik Schinnegger, campionessa di sci che a vent’anni ha intrapreso il transito da donna a uomo, e un dibattito sul tema.

Il festival dà spazio anche alla riflessione antropologica su come l’esperienza transessuale viene elaborata in differenti contesti culturali, concentrandosi quest’anno sulla figura del femminiello napoletano. Molti altri gli argomenti toccati nelle 5 serate di proiezione, tra cui un omaggio trans del festival a Fellini. Transessualità e cultura, dunque, per far riflettere su un mondo dai toni spesso chiaroscuri, dove la transessualità è più di strada che di dibattiti. E invece, que mondo ci appartiene, va profondamente modificato nelle nostre quotidiane valutazioni ed idee.

La transessualità è sempre più sofferenza, emarginazione, violenza, con l’Italia ai primi posti per numeri di aggressioni contro di loro. Riflettere su come la transessualità è una condizione da accettare e far accettare, può aiutarci a vedere un paese diverso, che accetta queste differenze, se ne ciba culturalmente e socialmente, le aiuta a entrare nel mondo del lavoro, della cultura. Non è un caso che gli organizzatori abbiano pensato questa edizione, mettendo a a fuoco il rapporto delle persone transessuali con il mondo dello sport, dove ancora resiste una transfobia inutile e dannosa allo stesso sport.

Il caso di Renée Richards, di Erik Schinnegger, di altre e altri che hanno vissuto sulla loro vita e sulla loro pelle, discriminazioni e sofferenze a causa della loro condizione transessuale, sta a raccontare un mondo difficile, spesso pericoloso per la violenza, non solo fisica, che le persone esercitano contro le/i transessuali. Ancora oggi l’emarginazione è insopportabile in un paese che si dichiara a parole, civile.

Rinnovando la sua vocazione internazionale, il Festival Divergenti propone film da vari paesi, dalla Grecia ala Spagna, al più difficie Iran, alla Corea De Sud: un viaggio quasi planetario per scoprire i diversi modi di accettazione o di rifiuto. Bene hanno fatto a incentrare l’edizione di quest’anno anche su una figura dall’apparenza obsoleta come quella del femminiello napoletano, ancora oggi perpetrata in certi paesini vesuviani, più come un rito che non come quotidianità dell’essere. Una figura, quello del femminiello, omaggiata nei teatri, nei vicoli di antichi quartieri napoletani, ricordata da una storia, spesso raccontata verbalmente, che cerca di sopravvivere in una realtà parecchio mutata.

Bello anche l’omaggio trans a Federico Fellini, creatore di figure cinematografiche fuori dal comune, fuori dalle logiche di certi stili di normale rappresentazione.

Ad inaugurare il Festival, sarà, come è già accaduto lo scorso anno, una madrina d’eccezione, Nicoletta Mantovani, moglie del compianto Luciano Pavarotti, insieme a Vladimir Luxuria ed Eva Robin’s. Vale davvero la pena esserci.
fonte queerblog

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