domenica 28 marzo 2010

Teatro, Sergio Arcuri, gay disperato


A teatro con "Cronaca di un disamore"

Sergio Arcuri è in scena al Teatro Belli di Roma fino al 28 marzo "Cronaca di un disamore". "E' la storia d'amore di due uomini che finisce dopo 4 mesi - spiega l'attore a Tgcom -. Un dolore senza sesso in cui tutti si possono identificare". Favorevole alla coppie di fatto e all'adozione per i gay ("ma da valutare caso per caso"), Sergio si prepara al prossimo provino. E la sorella Manuela cosa ne pensa del ruolo gay? "Le sono piaciuto tanto".

Come mai la scelta di debuttare a teatro con un personaggio gay?
Mi hanno convinto due cose ad accettare questo ruolo: il regista Enrico Maria Lamanna, una vera garanzia, e l'emozione che ho provato al termine della storia. Non sono gay ma mi sono ritrovato in moltissime sensazioni che il protagonista prova al termine della sua relazione di 4 mesi con Maurizio. C'erano molti momenti che ho vissuto nelle mie relazioni passate.

Hai vissuto anche tu amori così intensi?
Sì, in passato. Esistono queste passioni che bruciano l'amore. Quando le ho vissute ho bruciato così tante tappe che neanche c'è stato il tempo di costruire realmente qualcosa di solido con l'altra persona. Io mi butto anima e corpo nelle situazioni ma adesso sono molto più cauto e anche quando inizio una storia ci vado coi piedi di piombo.

C'erano anche tua sorella Manuela e la tua famiglia alla 'prima' dello spettacolo?
Erano felicissime. Manuela poi mi ha trovato molto bravo e anche mia madre è rimasta sorpresa. Diverse persone che mi conoscono sono rimaste spiazzate dalla mia scelta artistica, un tema importante e difficile in cui l'aspetto fisico dopotutto c'entra poco.

In Italia esiste ancora l'omofobia?
Senza falsi moralismi dico che esiste. Ma per mia esperienza personale, ho viaggiato molto in Italia, penso che la situazione sia migliorata rispetto a 20 anni fa. Oggi non è difficile trovare nei locali o per strada gruppi di amici etero e gay, proprio come accade a me.

Sei favorevole alle coppie di fatto?
Non bisogna far finta che la realtà non esista. Nella vita di tutti i giorni ci sono un sacco di coppie gay, lesbiche ma anche etero che convivono. C'è anche da dire che viviamo in un Paese cattolico e questo complica le cose. Ma per me è giusto che vengano riconosciuti i diritti delle coppie di fatto.

E le adozioni per i gay?
E' un tema delicatissimo. Va analizzato caso per caso. Ci sono diversi studiosi che hanno esposto le teorie più diverse sulla crescita di un bambino in un ambiente 'etero' o 'gay'. Quando sono andato in Kossovo, in guerra, c'erano un sacco di orfani e sicuramente avrebbero trovato tanto amore in una famiglia gay. Non vedo quale sia il problema. Poi ci sono molte varianti, ad esempio è importante che il bimbo venga allattato (lo dicono i medici), mentre un gay non potrebbe farlo, c'è chi tira in ballo la legge di natura, la procreazione... Insomma non è un tema che può essere affrontato a cuor leggero.

Dopo lo spettacolo cosa farai?
Una breve vacanza e nella terza settimana di aprile sosterrò il provino per una importante fiction Mediaset. Se tutto va bene mi terrà impeganto sul set da giugno a gennaio 2011. Poi tornerò a teatro sia per 'Cronaca di un disamore' che per un altro progetto...

C'è spazio per l'amore?
E chi ha il tempo? (ride, ndr).
Andrea Conti per tgcom

Nessun commento:

Posta un commento