mercoledì 16 ottobre 2013

Lgbt: “Invano mi odiano” di Yulia Matsiy, il primo film sui gay cristiani in Russia questa sera alle 21.00 al Circolo Arcigay di Milano

Ha ventiquattro anni e questa è la seconda intervista che le faccio. Sveglia cittadina di mondo, Yulia Matsiy è una cinefila eccezionale di origini russe, che usa l’immagine per denunce sociali e culturali.

Questa sera alle h.21.00 al CIG, Circolo Arcigay di Milano di via Bezzecca 3, sarà trasmesso il suo ultimo film, “Invano mi odiano-Racconto sui cristiani LGBT”: la prima pellicola in assoluto sui gay cristiani in russia. Per i LGBT(Lesbiche Gay Bisex Transgender) la situazione è diventata sempre più difficile dopo l’approvazione, nel 2013, della legge “omofoba” 6.21 che vieta la cosiddetta “propaganda dei rapporti non tradizionali ai minori”. La legge che finge di proteggere i minori dal traviamento ma, di fatto, legittima la violenza verso LGBT, favorisce il bullismo, reprime la libertà di stampa e distrae l’attenzione del popolo dai veri problemi sociali presenti nel Paese. Come spiega la sinossi del film, la trama si focalizza maggiormente sulla situazione della Russia, che però è comune per tutti i Paesi dell’ ex Unione Sovietica (URSS).

Per la realizzazione del film Yulia ha utilizzato, oltre alle interviste e alle scene girate, le riprese delle manifestazioni, documenti che ha trovato online, che denunciano la violenza delle proteste a Mosca e riprese esclusive della funzione ecumenica cristiana svolta alla chiusura del Vl Forum dei cristiani LGBT dell’ Est Europa e Asia Centrale, che è stato svolto quest’anno a Kiev (Ucraina) e le testimonianze delle persone semplici che vogliono che le loro voci siano sentiti in Europa e in tutto il mondo.
«Il titolo originale fa riferimento al Vangelo di Giovanni 15:25 che, secondo la traduzione sinodale in russo, significa letteralmente “mi odiano invano” e fa ricordare che Gesù stesso per primo è stato perseguitato per le sue idee che sembravano contraddittorie alla morale della maggioranza.» mi spiega Yulia prima di rispondermi alle domande.

Com’è nata l’idea di girare questo film?
«Per molte persone omosessualità e religione è un connubio stonato. Da quattro anni frequento la Chiesa Valdese, ufficialmente aperta a tutti coloro che credono in Gesù Cristo, compresi LGBT. Mi sono sentita chiedere più di una volta “Ma esistono gay credenti?” e ho pensato di fare un film per raccontare questa realtà.
Ho iniziato a girare in Italia, ma poi a Giugno in Russia, terra in cui è ambientata la storia, hanno approvato la legge repressiva 6.21 che viola la propaganda dei rapporti non tradizionali. Sono seguite tantissime manifestazioni, così ho contattato gli attivisti che lottano per i diritti LGBT. Ho preso l’aereo e sono andata a girare il mio film.»

Dal punto di vista dei contenuti perché lo ritieni interessante?
«Alcune riprese delle manifestazioni mi sono state regalate da Dmitry Zikov (Grani-TV), che vorrei tanto ringraziare. Io non c’ero fisicamente a Mosca quando approvarono la legge e quando ci sono state le manifestazioni. In più, quest’anno rappresentavo il gruppo VARCO (Gruppo evangelico di valorizzazione e riconoscimento della comunità omosessuale, gay e lesbica) al Forum dei Cristiani LGBT dell’Est Europa e dell’Asia Centrale. Di solito è proibito fare le foto e video durante il forum. Si fa molta attenzione alla privacy: tanti attivisti e partecipanti del forum usano i pseudonimi. Era proibito fare anche foto o video, ma a me, miracolosamente, hanno permesso di fare le riprese della funzione religiosa alla fine del forum con possibilità di inserirlo nel mio film.

Nel film parlo anche di movimento “Occupy Pedofilai” – movimento che finge di lottare contro la pedofilia ma invece si mostra violento verso persone di cui la colpa (o l’intenzione di fare il reato) è incerta. Infatti, il film contiene immagini forti di violenza psico-fisica. I video di questo movimento si trovano liberamente su internet e sono inseriti con lo scopo di denunciare tale comportamento. Sono invece censurati i volti delle vittime per rispetto di esse.»

Di cosa si tratta esattamente?

«Allora il movimento “occupy pedophilai” è un movimento popolare ideato da una persona che preferisco non nominare per non fargli pubblicità. Il movimento sostiene che il governo e la polizia non facciano abbastanza per fermare i pedofili, quindi si occupano in prima persona della “caccia”, che chiamano “safari”.
Cercano le persone su internet usando i profili fittizi (o di un ragazzo-esca) per cercare i pedofili, organizzano un appuntamento, poi invece durante l’incontro sfogano tutta la loro rabbia sul presunto pedofilo. Lo interrogano e lo trattano male lo umiliano in vari modi: sporcandolo di urina, dandogli schiaffi, rovinandogli i vestiti. A volte questi incontri finiscono con la violenza fisica vera e propria . Tutto ciò viene registrato con la camera e caricato su internet. Sono decine e decine di video, se non centinaia.
CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA A QUESTO LINK:
http://www.milanopost.info/2013/10/16/invano-mi-odiano-di-yulia-matsiy-il-primo-film-sui-gay-cristiani-in-russia/
fonte http://www.milanopost.info di Claudia Pastore

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