Un’altra vittima tra i personaggi noti. Il 4 ottobre a Parigi, nell’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, è morto Kenzo Takada, lo stilista giapponese. Aveva 81 anni. Ripercorriamo insieme le tappe principali della sua vita.
Kenzo nasce, quinto di sette figli, nel 1939 a Hyogo, sull’isola di Honshū. A 26 anni, dopo il diploma preso nella scuola di moda Bunka Gakuen, a Tokyo, si stabilisce a Parigi. La capitale francese, incantata dall’originalità delle sue proposte, gli spalanca le porte delle sfilate. Primo stilista giapponese a conquistare le passerelle parigine, insieme a Cardin, Dior e Chanel, Kenzo raggiunge presto una grande notorietà.
A Parigi Kenzo collabora con la maison francese Feraud e con la rivista Jardin des modes. Nel 1970 presenta la prima collezione alla Galerie Vivienne e apre la sua prima boutique Jungle Jap. Le riviste di moda più prestigiose cominciano a mettere in copertina modelle vestite Kenzo. Mentre le collezioni vengono presentate anche a New York e Tokyo. Il resto è una strada in discesa. Gli anni successivi al riconoscimento del Fashion Editor Club of Japan, nel 1972, sono solo una conferma di un successo annunciato.
Morto Kenzo, stilista originale, eclettico e controcorrente
Celebre la sfilata del 1973, alla Bourse de Commerce: un vero cocktail etnico, nel segno del gioco e del divertimento. Le modelle indossavano dal rebozo, l’indumento-fascia per portare il bambino della tradizione messicana, ai dirndl, classica mise femminile delle aree alpine, dai maglioni oversize scandinavi agli abiti di lana bianca con frange. Famose anche le sfilate del 1978 e 1979, entrambe svoltesi in un tendone da circo e conclusesi con l’entrata in scena in groppa a un elefante.
Insomma, Parigi aveva amato e quindi ricompensato con il successo il designer che era divenuto maestro del Flower Power. La locuzione, espressione tipica del movimento hippie, usata durante la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta come simbolo di una ideologia non violenta, diventa con Kenzo sinonimo di una moda coloratissima, che mixa stampati floreali a fantasie camouflage. Flower sarà nel 2000 il nome di un profumo di successo, probabilmente in onore di quella prima geniale intuizione che aveva rivoluzionato il mondo della moda.
Abiti e accessori, ma anche costumi e profumi
Ma oltre che originalissime e controcorrente, Kenzo ha dato prova di grande eclettismo, mettendo a segno nel corso degli anni Ottanta alcuni lanci. Realizza costumi per il teatro e per il cinema, una linea per bambini e una di abbigliamento maschile e firma, siamo giunti al 1998, una licenza per i profumi. Non mancheranno prodotti per la cura del corpo, sotto il marchio Kenzoki, realizzati però dopo la vendita del brand, avvenuta nel 1993, al gruppo del lusso francese LVMH. Kenzo resta direttore creativo fino al 1999, quando sarà sostituito dallo stilista scandinavo R. Kreiberg.
Attualmente alla guida della maison c’è dal 2019 il designer portoghese Felipe Oliveira Baptista. Fa quasi sorridere pensare che alla sua ultima sfilata a Parigi hanno colpito i cappelli-zanzariera protagonisti delle collezioni Primavera/Estate 2021. Cappelli a falde larghe da cui partiva il tulle che copriva anche le gambe, certo adatti al distanziamento sociale. Ironia della sorte, nel frattempo, mentre lo stilista preparava la collezione, Kenzo lottava in ospedale contro la malattia.
Stampe macro floreali sbocciano su tutti i capi, dagli abitini ai pant cargo, ai giubbotti e spolverini over. Ai piedi zoccoli infradito giapponesi con suola di legno squadrata. Ma una collezione pervasa anche da una dicotomia. Ha sottolineato lo stilista: «Il mondo piange, e piangono anche i fiori sulle stampe per la collezione. Papaveri e ortensie degli archivi Kenzo sono stati lavorati al digitale con un effetto di lacrime». Oggi c’è un motivo in più per versarle.
fonte: Di Cinzia Cinque www.tustyle.it Foto Getty Images
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