sabato 2 maggio 2020

Made In Italy> Cambio Vita: la storia di Francesco Gentile e Chiara Catone, designers di moda ecosostenibile


Torna l'appuntamento di D.it con le donne e gli uomini capaci di reinventarsi puntando tutto sui propri sogni. Arrivano da tutto il mondo, si sono lasciati alle spalle vite e lavori molto diversi: ad accomunarli è la passione per la moda. Abbiamo incontrato Francesco Gentile e Chiara Catone: ecco cosa ci hanno raccontato

Francesco Gentile e Chiara Catone, (in foto) classe 1989, laurea in giurisprudenza uno, in lettere classiche l'altra, avvertono ad un certo punto della loro vita l'esigenza di evadere dalla prospettiva di un lavoro monotono e grigio, per dedicarsi totalmente ad un progetto fino a quel momento vagheggiato, ma mai messo in pratica: un marchio di prêt-à-porter, espressione ad un tempo della loro creatività e del valore della manifattura Made in Italy. Nasce così nel 2017 Gentile Catone, unione dei loro cognomi, brand noto per le stampe sofisticate e i materiali pregiati ed ecosostenibili.  

Come è nata l'idea di "mollare "tutto" e buttarvi in questa nuova impresa?
Cambiare vita significa delle volte progredire. E il progresso molto spesso nasce da un atto di ribellione. Questo è stato il nostro caso: una laurea in giurisprudenza e una in lettere classiche, un lavoro come avvocato e l'altro presso l'Accademia della Crusca, una vita già scritta senza possibilità di creare, di osare. Un giorno Francesco torna a casa e lancia un'idea: dobbiamo avere un progetto tutto nostro! È come se si fosse aperto un varco nella nostra vita, la possibilità finalmente di far esplodere quel germe creativo fin allora represso. Da lì ci siamo lanciati in quello che oggi rappresenta il core business della nostra azienda: camicie in seta stampate, che oggi esportiamo in tutto il mondo.

Cosa vi ha spinto a rischiare? A cambiare completamente?
Non è stato assolutamente facile, stavamo buttando all'aria anni e anni di studio e fatica e posizioni lavorative tutto sommato "sicure", per un lavoro a noi ignoto, uno "stupido" sogno. Che però non ci faceva dormire la notte. E allora realizzare se stessi è stato più forte della paura di fallire. Oggi le persone non investono nella propria felicità, ed è forse questo uno dei più grandi limiti della cultura occidentale. Noi ci abbiamo provato.

Il nome del brand da dove nasce? Ha una storia?
È l'unione dei nostri cognomi: Francesco Gentile e Chiara Catone, Gentile Catone. Come se fosse nostro figlio. 
Da dove arriva la vostra passione per la moda?
Da sempre siamo stati affascinati dal settore moda e forse il nostro destino era un po' scritto nel nostro DNA: mio nonno (di Chiara) era direttore commerciale della Necchi (azienda di macchine da cucire) negli anni 60 e la zia di Francesco aveva un'azienda di confezione tessile.

Chi ha creduto per primo nelle vostre creazioni?
Sicuramente le nostre mamme, certo, all'inizio sono rimaste sconvolte perché appartengono alla generazione che ha il mito del posto fisso ma non appena hanno visto sulla prima camicia l'etichetta con i nostri cognomi, hanno appoggiato il progetto. Lo ricordo come fosse ieri, era una sera d'estate e cenavamo fuori sul terrazzo. Abbiamo brindato.

Come usate i social media? Qual è quello che secondo voi aiuta di più nelle vendite?
I social media oggi sono molto importanti, rappresentano, se usati in modo corretto, una democratizzazione della pubblicità. Molti nostri clienti sono arrivati da Instagram, ci chiedevano in quali store fossimo presenti. E per alcuni di loro abbiamo anche realizzato dei capi bespoke. È bello vedere come delle signore di Melbourne o di Seul riescano a comunicare con noi e a ordinare i loro capi in "diretta". Lavoriamo spesso con stylist e fotografi che ci contattano direttamente sui nostri profili Instagram e Facebook per realizzare editoriali e campagne social. Il ritorno d'immagine è davvero enorme.

Il profilo Instagram Gentilecatone_official  > QUI 

In che modo hanno aiutato il vostro business?
Sicuramente il mondo del retail è ancora molto ancorato ad un sistema whole-sale legato agli show-room, anche se, a nostro parere, soprattutto dopo questa crisi socio-sanitaria globale, i rapporti verranno a ridefinirsi. Farà davvero la differenza una buona immagine social.

Dopo quanto tempo avete cominciato a guadagnare?
Il mondo della moda è sicuramente un settore dove all'inizio investi ingenti quantità di denaro senza vedere alcun ritorno economico. Sono semi lanciati in attesa dei frutti. Per quanto riguarda noi, abbiamo iniziato a guadagnare dopo la terza stagione, quando siamo riusciti ad ampliare la distribuzione. I clienti sono passati e ripassati in show-room e alla fine si sono convinti.

Dove producete?
Completamente nell'area di Pescara, nostra città di origine, in Abruzzo. A dirla tutta siamo stati molto fortunati, quest'area rappresenta un distretto di façon tessile di alto livello, con una straordinaria ramificazione di know-how nel settore dell'abbigliamento, dalla jeanseria all'haute couture. Definiamo la nostra "moda ecosostenibile" perché facciamo un’accurata selezione di aziende con specifiche certificazioni di sostenibilità ambientale che producono tessuti a basso impatto ambientale. Anche la manodopera è abruzzese, quindi locale, e tutelata.

Avete fatto corsi specifici prima di cominciare? Quali sono le difficoltà pratiche che avete dovuto affrontare?
In realtà all'inizio eravamo completamente inesperti, come dei bambini che mettono piede a scuola il primo giorno. I primi tempi è stata durissima, ricordo ancora quando in confezione ci parlavano dei singoli componenti di una camicia e ci guardavamo spaesati non sapendo di cosa stessero parlando. Ma andando ogni giorno in confezione, al ricamificio, allo studio di modellistica, al taglio, ci siamo perfettamente formati in "bottega": come avveniva una volta. Per perfezionare la nostra conoscenza nel campo abbiamo poi seguito un corso di graphic design che ci ha fornito le competenze per le nostre stampe.

Facendo un primo bilancio, siete contenti della vostra scelta?
La risposta è assolutamente si! Anzi, ci pentiamo di aver rimuginato a lungo. Ci svegliamo alla mattina con una voglia di fare e un'energia che non avevamo mai sperimentato, prima.

Progetti futuri?
Vorremmo sicuramente ampliare la nostra rete distributiva per quanto riguarda il settore fashion, ma abbiamo anche qualche altro sogno nel cassetto, ci piacerebbe molto riversare la nostra fantasia nel settore design, arredamento e oggettistica.

Dove vendete maggiormente?
Vendiamo soprattutto nei paesi asiatici: Corea e Giappone in primis. Anzi, è stato proprio questo mercato a darci fiducia per primo, con un grande cliente che ci ha scoperti per caso in fiera.
< Foto Collezione ss 20 Gentile Catone

Fondi per iniziare?
Abbiamo iniziato la nostra attività investendo i primi soldi guadagnati con il nostro lavoro, poi sono intervenute le nostre famiglie che ci hanno sostenuto sia moralmente sia economicamente.

Questa quarantena vi creerà problemi? Come ripartirete?
Dobbiamo ammettere che la quarantena ha creato una grande flessione delle vendite della collezione FW 20/21, interrotte a inizio campagna vendite lo scorso febbraio. Senza dubbio anche le vendite della SS 21 saranno condizionate dall'impossibilità o quantomeno difficoltà negli spostamenti dei buyer, ovvero i negozianti, che avranno i magazzini ancora pieni di capi invenduti. Ma il sistema moda, una volta tornati alla normalità, tenderà sicuramente a premiare la qualità sulla quantità. Noi ci crediamo ancora. Creeremo delle collezioni più piccole, come consigliatoci saggiamente anche da Sara Maino di Vogue Talents e Camera Moda/Buyer, e ci focalizzeremo sulle nostre peculiarità: stampati di alta qualità, ecosostenibili e sofisticati.

Cosa fate durante il lockdown?
Questa lunga quarantena è stata per noi come una vacanza forzata, ma benefica. Abbiamo ogni giorno cercato di darci degli obiettivi, ma anche di allentare un po' i ritmi pesanti delle scadenze del settore moda. E abbiamo riscoperto delle piccole gioie. Oltre a cucinare e mangiare in continuazione, leggere e cimentarci come TikToker, abbiamo coltivato due nostre passioni comuni: l'illustrazione e il set design.

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