giovedì 30 aprile 2020

Lgbt: IL MIT lascia l’ONIG. “Siamo pronte a trovare nuovi percorsi per tutelare la salute e il benessere trans in dialogo con tutti e tutte"

Il MIT Movimento Identità Trans è stato socio fondatore nel  1998 dell’ONIG Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere. L’Osservatorio, voluto fortemente dalle attiviste MIT, era nato come rete tra i vari professionisti che si occupano del percorso di affermazione di genere e l’attivismo trans per “favorire il confronto e la collaborazione di tutte le realtà interessate ai temi del transgenderismo [...] al fine di approfondire la conoscenza di questa realtà a livello scientifico e sociale e promuovere aperture culturali verso la libertà di espressione delle persone  transgender in tutti i loro aspetti”, come si legge nello statuto dell’Osservatorio. Per molti anni il lavoro dell’ONIG ha sicuramente permesso a molte persone di poter seguire il proprio transito seguendo quelli che all’epoca erano i criteri scientifici internazionali.

Dal 1998 il mondo è cambiato e sicuramente è cambiato quello trans. Nel mondo occidentale post-moderno si stanno affacciando nuove esperienze transgeneri che non fanno più riferimento alla cultura binaria di stampo patriarcale, anche se a nostro giudizio l’esperienza transgenere è sempre antibinaria. Soprattutto assistiamo ad una maggiore consapevolezza della nostra comunità su quali sono i propri bisogni e come raggiungere il proprio benessere.

Se negli anni ’90 era una comunità che si affidava completamente alla scienza perché si veniva da un passato dove i servizi di tutela della salute trans erano praticamente assenti e tutto era affidato al privato o al faidate, oggi le comunità trans e non binarie si pongono come interlocutrici della comunità scientifica dalla quale pretendono ascolto dei propri bisogni in un’ottica di autodeterminazione e della piena depatologizzazione. “Il corpo è mio e lo gestisco io” dichiaravano le femministe tra gli anni 60 e 70 del XX secolo.

Anche le persone trans vogliono tornare a gestire i propri corpi ma volendo continuare a tutelarsi. Infatti chiediamo che sia il servizio sanitario nazionale ad occuparsi della nostra salute ma dando a noi modo di compiere le nostre scelte sui nostri corpi. Vogliamo tornare alla storia dei consultori nati nel nostro Paese dopo le lotte condotte dalle donne e introdotti alla fine degli anni 1970.  Vogliamo che i nostri consultori siano luoghi non solo di cura in senso tradizionale ma anche di dialogo, luoghi di socializzazione, luoghi dove saperi scientifici e saperi trans trovano la modalità di potersi incontrare e produrre uno scambio proficuo che porti a nuove elaborazioni e idee per la tutela della nostra salute. Proprio per quanto esposto fin’ora come MIT abbiamo riflettuto profondamente sul nostro ruolo all’interno dell’ONIG e siamo arrivate alla conclusione che per noi quell’esperienza sia giunta al suo termine. Pur non facendo più parte dell’Osservatorio il MIT rimane aperto al dialogo con i/le professionisti/e, i/le ricercatori/trici e tutte e tutti le/gli altr* attivist* e siamo aperte a trovare nuovi percorsi per tutelare la salute e il benessere della nostra comunità.

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