Napoli. Chi scrive è un poliziotto e svolge la stessa professione del protagonista del suo libro, Romeo Giulietti. Ma, come sottolinea nella prefazione Erri De Luca, "se questo fosse il libro di uno scrittore di storie poliziesche, mi sarebbe caduto di mano. È invece il libro di un uomo che ha messo la sua esperienza e la sua professione di fede nella giustizia dentro una storia aspra e saggia".
'L'ignoranza dei numeri', una storia 'di molti delitti e di poche pene' è il nuovo libro di Francesco Paolo Oreste, edito da Baldini+Castoldi. "Mi sono trovato dentro Napoli, nel suo metabolismo famelico, in mezzo ai suoi febbrili anticorpi, e ne sono uscito a fine storia, accompagnato all'uscita con un foglio di via, altrimenti sarei rimasto dentro", aggiunge ancora De Luca.
Il romanzo di Francesco Paolo Oreste si annovera nel genere poliziesco,la risoluzione di un omicidio nel caleidoscopio della Napoli, città metropolitana, ma non si esaurisce in esso; si presta, infatti a tante letture. Certamente una socio- antropologica: si racconta, si descrive la Città del mare e del Vesuvio, ma anche delle " palazzine", degli stradoni, degli incroci, dei bar/ edicole. delle rotonde, che dividono strade , ma all'occorrenza uniscono persone, quelle persone che vogliono che il loro territorio, tante volte stuprato, offeso,sfruttato, non riceva l'onta di diventare la pattumiera più grande d'Europa.
Ed arriva la lettura di taglio ambientalista e civile: un Parco da tutelare, la salute dei figli da assicurare; una Terra che produce albicocche, pomodorini e viti, non può essere sommersa dai rifiuti provenienti da ogni dove, rifiuti speciali che concimano di veleno le terre vesuviane e che mettono una pesante ipoteca sul futuro dei suoi abitanti. Ma nella Protesta i cittadini da vittime diventano colpevoli; lo Stato, quello che dovrebbe tutelarli li attacca, li bastona, impedisce loro di prendersi cura della propria Terra, di difendere la propria salute e quella dei propri figli.
Chi ha vissuto quei giorni conosce bene il clima di "Stato d' assedio" che si viveva, la percezione di essere considerati alla stregua di malviventi da parte di chi dovrebbe proteggerti dai malviventi.
E l'ispettore Giulietti, che è uomo di Legge, che non riesce a condividere la Legge al di fuori della Giustizia, del riconoscimento di quella dignità che ciascun cittadino deve avere garantita, non può non schierarsi dalla parte del popolo, dalla parte di chi riceve l'offesa di essere schiacciato nelle idee e nel corpo. Ogni personaggio incontrato nel romanzo è vestito di quel rispetto di quella dignità che fa chiedere scusa a Giulietti, per sé e per gli altri.
L'ignoranza dei numeri si legge, quindi anche come un romanzo d'amore: amore per la Terra, per i suoi cittadini, per il proprio lavoro, per la Legge, per la Giustizia; in tutto il romanzo si respira questa dimensione: ciascun personaggio è raccontato con lo sguardo di chi non annulla le Persone; Giulietti, infatti, valuta le situazioni, non giudica le persone anche quelle più "grigie": se ad un ragazzino di dieci anni si chiede di " fare l'uomo di casa" e non di essere bravo a scuola che colpa ha se poi ciò che impara è scippare nelle auto? Poi c'è l'amore per Rebecca, amarena e cioccolato, le poesie che di quell'amore si fanno voce, il mare che a quell'amore offre rifugio. Francesco Paolo Oreste, con questo romanzo allontana la Città da Gomorra e la avvicina a Partenope; a quell' Amore steso tra l'azzurro del cielo e del mare, in un lembo di terra che dell' Amore ha acquisito fantasia e disperazione, e Compassione, la " partecipazione con".
E tutto questo l'autore lo vive intensamente e lo racconta con uno stile fluido che interseca il racconto a dialoghi " leggeri" che si ispirano al teatro tradizionale napoletano, e tra le righe affiora la musica e qualche verso di Pino.
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