"Forse perché così mi pare ancora di parlarti, forse per questo entro ed esco dal tuo profilo, indosso il tuo pigiama,cerco tra i tuoi appunti, i tuoi disegni, le tue cose".
Sono queste le parole affidate a Facebook dalla madre del quindicenne di Roma che si sarebbe suicidato martedì sera perché da alcuni compagni additato come gay.
"Voglio abbracciare i tuoi amici - scrive - perché voglio abbracciare te e tutto il tuo mondo. Non capiamo, non accettiamo.
Ti vogliamo con noi e BASTA!".
Nel suo profilo la donna ha messo una foto di lei e del figlio che sorridono abbracciati verso l'obiettivo di una macchina fotografica.
"Intanto - scrive, con lo strazio di una madre che vede morire il proprio figlio - papà ed io domani saremo da te per quell'ultimo bacio che tu dovevi a noi, perché così avrebbe dovuto essere per natura.
Ci mancano le tue battute, le tue risate, le tue urla. Ci manca tutto. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nel silenzio della notte. Tutto di te! Eri ancora così acerbo, capace di un amore così grande, tu che ancora non avevi dato il tuo primo bacio. Con tutto l'amore che posso, riposa in pace figlio mio adorato".
Intanto la Procura di Roma ha avviato una inchiesta. Le indagini sono al momento senza indagati o ipotesi di reato. Non si esclude che si possa successivamente arrivare ad ipotizzare l'istigazione al suicidio.
RABBIA DEGLI AMICI
C'é tanta rabbia tra gli amici del quindicenne suicida a Roma due giorni fa e additato da alcuni compagni come gay. Tanto che qualcuno aveva persino creato un falso profilo Facebook per denigrarlo, profilo dove ora il nome del giovane risulta storpiato e simile solo per assonanza ma declinato al femminile.
E che si riempie di minuto in minuto della rabbia dei compagni del ragazzo.
"La pagherete spero in qualche modo.
L'ignoranza che regna nelle vostre teste ha ucciso un ragazzino di 15 anni e voi ne siete colpevoli al 99%", questo scrive più di un utente.
"Vergogna!", scrive uno; "Dovrete fare i conti con la vostra coscienza per il resto della vita", gli fa eco un altro.
E ancora: "Che quello che è successo vi serva per rendervi conto di quanto fa male essere derisi", "Siete il tumore del mondo, il marcio dell'umanità, la sporcizia del genere umano", si legge ancora. In una gara di solidarietà gli amici del ragazzo stanno mettendo la sua foto sui loro profili, lo salutano, lo abbracciano
QUESTA SERA FIACCOLATA A ROMA
"E' successo ancora. Questa volta a Roma si è tolto la vita uno studente di un liceo della capitale perché vittima di attacchi omofobici.
A soli 15 anni il peso delle discriminazioni quotidiane da parte dei compagni di scuola lo ha schiacciato fino al punto di spingerlo a farla finita".
Così gli studenti della Rete della Conoscenza che stasera hanno indetto una fiaccolata alle 19.30 in via di San Giovanni in Laterano (Colosseo).
"Sotto gli occhi increduli di tutti si è consumato un altro gesto estremo, che sottolinea non solo il fallimento di un ambiente scolastico inadeguato sul profilo della prevenzione al bullismo omofobico - dice Mauro Patti, responsabile area tematica Lgbtq della Rete della Conoscenza - ma che rappresenta la dolorosa cifra di un fallimento culturale e politico di un Paese.
In primis è responsabile la politica per i suoi ripetuti silenzi, dal momento in cui manca una volontà legislativa concreta per lanciare una battaglia seria contro ogni forma di omo, lesbo/transfobia nei luoghi della formazione e di lavoro in Italia. "La vera patologia è che in questo Paese esiste ancora una profonda paura e disgusto verso il diverso" continua Alice Graziani, membro dell'esecutivo nazionale della Rete della Conoscenza.
Per Giuseppina Tucci, responsabile Lgbtq dell'Unione degli Studenti "ci sono ancora docenti che raccontano alle proprie classi che gli orientamenti non eterosessuali sono patologici. Per questo lo strumento per combattere lo stigma sociale e la violenza che ne scaturisce non può essere solo lo sbandieramento di un "numero amico" a cui rivolgersi, c'é bisogno dello Stato che si schieri e che si adegui alla cultura che cambia".
"Oggi il dolore di questa perdita deve sollecitare tutti a convincersi che in questo Paese non si può più morire di omofobia. Per questo le studentesse e studenti dell'Unione degli Studenti, di Link Coordinamento Universitario e della Rete della Conoscenza - si legge nella nota - invitano le scuole e le associazioni ad aggregarsi stasera a Roma alle 19.30 in via di S. Giovanni in Laterano (Colosseo) alla fiaccolata di solidarietà per lo studente e la sua famiglia (evento facebook), che si protrarrà fino all'istituto Cavour.
Si invita tutti a indossare un capo rosa, il colore che amava indossare il ragazzo morto"
fonte http://www.ansa.it/
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