Il parlamento europeo a Strasbiurgo ha stabilito che ogni Stato membro resti libero nell'adottare o meno istituti giuridici quali «coabitazione, unione registrata o matrimonio» tra coppie omosessuali.
Non una risoluzione vincolante ma un richiamo chiaro sulla lotta all'omofobia in Europa, con l'obiettivo di «tutelare maggiormente i diritti fondamentali delle persone Lgbt» ovvero lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.
Il 24 maggio gli eurodeputati hanno anche invitato gli Stati a riconoscere reciprocamente i matrimoni e le coppie di fatto gay registrate in altri Paesi della Ue in modo da garantire una applicazione non discriminatoria della direttiva 2004/38 sulla libera circolazione.
«CONDANNA ALLE DISCRIMINAZIONI SESSUALI».
L'idea di base che ha spinto alla risoluzione è partita dalla «forte condanna di tutte le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere».
Strasburgo ha deplorato il fatto che tuttora «all'interno dell'Ue, i diritti fondamentali delle persone Lgbt non siano sempre rispettati appieno».
In particolare è stato puntato il dito contro le leggi discriminatorie approvate o allo studio in Lituania, Lettonia e Ungheria per poi guardare anche oltre i confini della Ue, a quanto succede in Russia, Ucraina, e Moldova in cui i gay e i loro sostenitori sono oppressi.
Il voto degli italiani ancora molto diviso
Per quanto riguarda l'Italia il richiamo di Strasburgo ha trovato reazioni positive tra le associazioni ed i collettivi a sostegno dei diritti dei gay.
«Ancora una volta il Parlamento Ue» ha affermato Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia «invita i paesi dell'Ue a legiferare in materia di norme contro l'omofobia e la transfobia, a garantire l'accesso a istituti giuridici per le persone gay».
Imma Battaglia ha invece parlato di «vento progressista» seppur chiedendosi «quando questo vento riuscirà finalmente a scalfire l'ancien regime del nostro Paese».
PD E IDV A FAVORE, PDL E LEGA CONTRO.
E in effetti il voto degli europarlamentari italiani è stato esemplificativo sulla difficoltà che ancora il nostro Paese ha ad affrontare determinate tematiche.
In linea generale Pd e Idv si sono dichiarati a favore, Pdl e Lega contro ma è necessario anche considerare i vari singoli casi.
Prodi, Pirillo e Susta, ex Margherita ora nel Pd, hanno infatti contro la richiesta di riconoscere le coppie gay; e ancora Prodi e Pirillo, con Costa, si sono astenuti sia sul recepimento automatico dei matrimoni celebrati in un altro paese Ue che nel voto finale sulla risoluzione.
Nel Pdl è arrivato invece il voto a favore di Albertini, Iacolino e Mazzoni e nelll'Udc Antinori mentre sono astenuti Angelilli e Zanicchi, Pdl, Motti dell'Udc e Muscardini di Fli.
fonte http://www.lettera43.it
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