domenica 20 maggio 2012

Lgbt: Attentato Brindisi "Il museo resta chiuso ma sport a go go" di Titti Giuliani Foti

Hanno bloccato la Notte dei Musei per condividere il lutto nazionale.

Per dire no al terrorismo mafioso anche se è sempre un sì quando succede.

Hanno bloccato i musei contro la vergognosa inspiegabile, intollerabile morte di una ragazzina, poco più di una bambina, di appena 16 anni.

Melissa andava a scuola, era lì davanti, ed è saltata in aria. E' diventata aria la sua vita, il suo spirito si è mischiato con l'aria che respiriamo, e quando non c'era più niente da fare, e siamo rimasti come deficienti a guardare, lei ci è entrata dentro.

E abbiamo respirato, noi tutti, la paura degli altri ragazzi, la loro innocenza davanti a un gesto mostruoso, inaccettabile, che tutti - meno gli assassini - abbiamo dovuto solo subire.

E' successo. Hai voglia a parlare, a dire.
Hai voglia ad ascoltare la processione di politici che partecipano lo sdegno e dicono la loro.
Non doveva succedere. Punto. Ma è successo e lei è morta,altri sono feriti. E non erano in guerra, ma a scuola.
Così hanno bloccato la notte dei musei, per partecipare il lutto nazionale.

Ma hanno lasciato che si giocassero le partite di calcio e anche di tennis, che il giro d'Italia pedalasse, che le moto corressero. Tutto questo scialo di sport spendaccione,indifferente e pieno di sponsor si vede che deve andare avanti.

Ma la visita ai musei no.
Nessuno sportivo, tecnico, allenatore, giocatore che sia, ha detto una parola.

Nessuno da questo mondo patinato pieno di tv preferenziali e siti infagottati, di falsi idoli e di ingaggi a sei zeri ha sentito il bisogno di dire stop.
Di partecipare a questa tragedia che tocca tutti.

Anche loro, che magari neppure l'hanno capita.
Perchè chiudere i musei dunque? Ha un senso ha questo?
Ha una misura? Io ho più paura delle televisioni.

Diciamo magari, caso mai riuscissimo a spengerle, che la smettessero definitivamente di intervistare le amichette di Melissa che si disperano.

Diciamo che magari vedere quello col pezzo di cassonetto in mano è molto, ma molto più offensivo e grave che andare a un museo.

Mi chiedo come mai tutta l'informazione sia diventata faziosa, enfatica e all'arrembaggio del dramma.
Questa sì che andrebbe chiusa. Questa specie di informazione volgare, viscida bastarda, che non è accettabile.
E aggiunge schifo a un dramma immenso che non ha volume, parole, che non è quantificabile talmente spacca dentro.

E nel frastuono totale, nella bruttura generale, nella disaffezione dei ricconi sponsorizzati, nelle frasi di circostanza talmente trite e banali che non direbbero neppure le persone prese per strada, chiudono la notte dei musei.

Perchè? Chi ha preso questa decisione tanto rigorosa quanto sciagurata, evidentemente non c'è mai stato al museo.

Perchè se c'è un luogo appena un gradino sotto la sacralità della chiesa, è il museo.

Chi va a un museo certo non ci va con le trombette e i petardi.

Ci va con la coscienza che ammirerà opere fatte da esseri umani, che spesso e volentieri raccontano il sacro.

Chi va a un museo ci va già disposto mentalmente al rispetto e all'ammirazione, ci va con devozione.

Chi va a un museo non offende la memoria di una bambina morta senza un perchè.
Perchè non esiste perchè.

Non doveva morire Melissa, e basta.
Magari lì, davanti a un Cristo crocifisso, la sua memoria sarebbe diventata una preghiera.
fonte http://www.lanazione.it/firenze commento di Titti Giuliani Foti

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