domenica 30 maggio 2010

Danza alla Scala, Francesco Ventriglia tenta la Scalata, Il giovane coreografo 32 anni: «Io, dal Teatro Greco al Piermarini..Accanto a Balanchine...»


Il coreografo di Immemoria Francesco Ventriglia in prova.
Foto: Marco Brescia. Archivio fotografico Fondazione Teatro alla Scala

Debutto scaligero nel prestigioso «Trittico Novecento»
Sei anni fa, alla sua prima prova d’autore al Teatro Greco, ad accoglierlo in camerino c’erano i topi. Nei prossimi giorni, sul palco della Scala, 60 ballerini porteranno in scena la sua danza. Ecco, il sogno milanese di Francesco Ventriglia si misura in quella distanza: dalle stalle (il Teatro Greco non ce ne voglia) alle stelle. E di star, il 32enne coreografo originario di Battipaglia — da anni trapiantato a Milano per studiare alla Scuola di ballo della Scala e poi in forze in compagnia dov’è tuttora «ballerino stagionale » – ne ha collezionate già parecchie.

Per l’étoile Svetlana Zakharova ha creato il balletto interattivo «Zakharova Super Game», sulle tavole del Bolscioi di Mosca. Per un’altra zarina della danza russa, Uliana Lopatkina, gemma del Mariinskij di San Pietroburgo, ha firmato «Contraddizioni» sulla violenza sulle donne, oggi inserito (con un’interprete italiana) nel documentario sullo stalking «Parla con lei» realizzato dal Ministero per le Pari Opportunità. Per il nostro Roberto Bolle si è inventato l’anomalo ruolo del padre morboso in «La Lotta», tratto da «Affabulazione» di Pasolini. L’attrazione per argomenti ruvidi, in apparente contrasto con la levità del balletto classico, ha spinto Ventriglia anche sul terreno impervio dell’eros sulla sedia a rotelle, cui ha dedicato «Il Mare in catene».

Una passeggiata rispetto a ciò che l’attende da venerdì sera alla Scala (dopo l’«anteprima giovani» del 21, seguirà la prima ufficiale del 27 con repliche fino al 12 giugno): il debutto come coreografo al Piermarini nelle serate «Trittico Novecento», in cui la sua creazione «Immemoria» figura accostata a due capolavori di un gigante immortale del balletto, George Balanchine.
«Paura? Di più, non ci dormo la notte», confessa Ventriglia. E ha i suoi buoni motivi. È stato il direttore del Ballo della Scala Makhar Vaziev a commissionargli il lavoro lasciandogli carta bianca, non rinunciando però a qualche messaggio “di stimolo”. «Quando vado a trovarlo nel suo ufficio al secondo piano – racconta il coreografo – apre la finestra che si affaccia su via Filodrammatici e mi chiede: “Francesco, sei bravo a fare il plié? Se il balletto sarà un flop, preparati a saltare da qui”. Scherza, ma insomma… ».

«Immemoria» è impegnativo quanto ambizioso. Sulla Sinfonia n.7 «Leningrado» composta da Šostakovic nel 1941 durante il bombardamento di San Pietroburgo da parte delle truppe naziste, il balletto denuncia la mancanza e la manipolazione della memoria storica partendo dal dramma della Shoah per giungere ai giorni nostri. «L’uomo dimentica gli orrori del passato e la lezione della storia – spiega Ventriglia -. L’eco della matrice dell’Olocausto la ritroviamo oggi sulle spiagge di Lampedusa, nei protocolli di contenimento d’immigrazione, persino nei centri commerciali che ci illudono di essere liberi di scegliere ma che in realtà omologano le nostre vite. Non pretendo di fornire risposte, lancio solo interrogativi».

La coreografia coinvolge quaranta danzatori scaligeri e venti allievi undicenni della Scuola di ballo. «Racconto i corpi e le violazioni che hanno subito pensando alla pittura di Bacon, attraverso il vuoto di luoghi abitati ciclicamente da paesaggi umani». Lo scenografo Angelo Sala ha aperto nel palcoscenico un antro sotterraneo di 3 metri per 3 e ha disegnato sei muri semoventi su cui sono stati affastellati oggetti che ricordano identità perdute, con riferimenti alle installazioni di Christian Boltanski cui si è ispirata anche Roberta Guidi di Bagno per i suoi costumi lacerati. «Quelle pareti plumbee – conclude Ventriglia – evocano le recinzioni del lager di Auschwitz, ma potrebbero essere anche il muro di Berlino o le facciate di via Padova a Milano».
fonte milano.corriere Valeria Crippa

«Trittico Novecento», Teatro alla Scala, tel.02.72.00.37.44.
Giugno 2010: 01 (20:00), 05 (20:00), 07 (20:00), 08 (20:00), 09 (20:00), 10 (20:00), 11 (20:00), 12 (20:00 - riservato)Durata spettacolo: 2 ore e 40 minuti

"Immemoria"
Nuova produzione Teatro alla Scala
Coreografia
Francesco Ventriglia
Assistente coreografa
Maria Pia Di Mauro
Musica
Dmitrij Šostakovič
Scene
Angelo Sala
Costumi
Roberta Guidi di Bagno
Luci
Andrea Taddei e Valerio Tiberi
Direttore
Aleksander Titov


Emanuela Montanari e Riccardo Massimi in "Immemoria". Foto: Rudy Amisano. Archivio fotografico Fondazione Teatro alla Scala


Stefania Ballone e Christian Fagetti in "Immemoria", coreografia di Francesco Ventriglia. Foto: Rudy Amisano. Archivio fotografico Fondazione Teatro alla Scala


Il corpo di ballo del Teatro alla Scala in Immemoria, coreografia di Francesco Ventriglia. Foto: Marco Brescia. Archivio fotografico Fondazione Teatro alla Scala


"Ho dedicato questo post con grande gioia
a Francesco Ventriglia,
che per me prima di essere stato
un Coreografo con il quale ho avuto il piacere di lavorare
in una sua creazione,
"Sogno di una notte di mezza estate"
è principalmente un Amico,
a cui Auguro di cuore una carriera luminosa
è piena di grandi Successi !!
con Affetto e Stima Lisa"

Nessun commento:

Posta un commento