Il 15 maggio del 1923 nasce a New York Richard Avedon, destinato a cambiare per sempre il concetto stesso di fotografia, di moda e non solo.
In oltre sessant’anni di carriera, il fotografo Richard Avedon ha prodotto foto di moda innovative e ritratti affascinanti. Nell’arco della sua vita ha lavorato con tante modelle e immortalato un’ampia gamma di soggetti, creando un poderoso corpus di opere che offre la possibilità di osservare da vicino attori, danzatori, celebrità, attivisti per i diritti civili, capi di stato, inventori, musicisti, artisti visivi e scrittori. Richard Avedon: Relationships presenta una selezione di queste fotografie, tratta dall’ampia collezione del Center for Creative Photography (CCP), che permetterà ai visitatori di approfondire il suo modo di fotografare le persone e di comprendere meglio, grazie a un confronto tra le opere, tanto la sua pratica quanto i soggetti da lui immortalati.
Due sono i temi esplorati nella mostra Richard Avedon: Relationships. In primo luogo, che cosa possiamo apprendere su Avedon, la persona nella foto e il rapporto tra i due quando il medesimo soggetto viene fotografato a distanza di tempo o è protagonista di una sequenza di immagini? Secondo: come cambiano i ritratti e le foto di moda quando Avedon vi include più persone?
La mostra consente di approfondire le caratteristiche innovative dell’arte di Richard Avedon che ne hanno fatto uno degli autori più influenti del XX secolo. Se da un lato, ha rivoluzionato il modo di fotografare le modelle, trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set, mostrando anche il loro lato umano, dall’altro i suoi sorprendenti ritratti di celebrità, in bianco e nero e spesso di grande formato, sono capaci di rivelare il lato psicologico più interiore della persona ritratta.
< Photo: Dovima with elephants, evening dress by Dior, Cirque d'Hiver, Paris, August 1955 © The Richard Avedon Foundation
Il percorso espositivo, suddiviso in dieci
sezioni, si costruisce attorno alle due cifre più caratteristiche della
sua ricerca: le fotografie di moda e i ritratti.
Quelle di moda si possono raggruppare in due periodi principali.
Le immagini giovanili, realizzate prima del 1960, sono scattate “on location” e mettono in scena modelle che impersonano un ruolo per evocare una narrazione. Le opere successive, invece, si concentrano esclusivamente sulla modella e sui capi che indossa. In queste foto più tarde, Avedon utilizza spesso uno sfondo minimalista e uniforme, e ritrae il più delle volte il soggetto in pose dinamiche, utilizzando le forme fluide del corpo per rivelare la costruzione, il tessuto e il movimento dell’abito.
La mostra propone una nutrita selezione di ritratti di celebrità del mondo dello spettacolo, attori, ballerini, musicisti ma anche di attivisti per i diritti civili, politici e scrittori, tra cui quelli dei Beatles (John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Ringo Starr), ma anche di Bob Dylan, di Michelangelo Antonioni, Allen Ginsberg, Sofia Loren, Marylin Monroe, del Dalai Lama e due di Andy Warhol, dove il padre della Pop art americana decide di mostrare la sua intimità a Richard Avedon esibendo le sue cicatrici da arma da fuoco, dopo essere sopravvissuto a un tentativo di omicidio.
Per quanto tutti i ritratti di Avedon siano caratterizzati da uno specifico focus sul soggetto, da un’ossessiva attenzione al dettaglio e dalla staticità della composizione, il fotografo sviluppò il particolare stile per il quale è noto intorno al 1969. Fra i tratti salienti del suo approccio peculiare è da includere l’uso dello sfondo bianco, che gli consentiva di eliminare i potenziali elementi di distrazione di un dato set fotografico per enfatizzare le qualità della posa, dei gesti e dell’espressione. Inoltre, Avedon lavorava principalmente con una fotocamera di grande formato e riprendeva il soggetto abbastanza da vicino perché occupasse gran parte dell’inquadratura, rafforzando nell’osservatore la consapevolezza dello spazio negativo tra la figura e il margine. L’interazione tra figura e vuoto, tra corpo e spazio, tra forma solida e potere definente del bordo è la chiave della potenza delle sue immagini.
Il fascino di queste foto non è legato solo alla composizione, ma anche al senso di intimità che esse evocano. Avedon dà vita a ritratti potentemente descrittivi che avvicinano l’osservatore ai soggetti effigiati. La capacità di vedere i singoli peli di un sopracciglio, i contorni di ogni ruga o la trama di un abito pone l’osservatore a una distanza generalmente riservata a coniugi, amanti, genitori o figli. In questo spazio privato, possiamo indugiare a nostro piacimento, assimilando lentamente i dettagli che definiscono il volto di una persona, le sue mani, il suo corpo, gli abiti che indossa.
< Photo: Carmen (homage to Munkácsi), coat by Cardin, Place François-Premier, Paris, August 1957 © The Richard Avedon Foundation
Chiude il percorso una sezione interamente dedicata alla collaborazione tra Richard Avedon e Gianni Versace, iniziata con la campagna per la collezione primavera/estate 1980, che decretava l’esordio dello stilista, fino a quella della collezione primavera/estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace.
Il lavoro di Avedon per Versace è l’espressione di quel rapporto unico tra designer e fotografo che genera immagini immortali, destinate a una zona fuori dal tempo, al di là del racconto circoscritto della stagionalità e capaci di rivoluzionarne la narrazione globale.INFO EVENTO >> Acquista qui i tuoi biglietti
Dal 22 settembre 2022 al 29 gennaio 2023, Palazzo Reale di Milano celebra Richard Avedon (1923-2004), uno dei maestri della fotografia del Novecento, con la mostra dal titolo Richard Avedon: Relationships che ne ripercorre gli oltre sessant’anni di carriera attraverso 106 celebri immagini.
Una grande rassegna per approfondire l’arte innovativa del fotografo americano: se da un lato, Avedon ha rivoluzionato il modo di fotografare le modelle, trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set, mostrando anche il loro lato umano, dall’altro, i suoi sorprendenti ritratti di celebrità, in bianco e nero e spesso di grande formato, sono capaci di rivelare il lato psicologico più interiore della persona ritratta.
Una sezione della mostra è dedicata alla collaborazione tra Richard Avedon e Gianni Versace, iniziata con la campagna per la collezione primavera/estate 1980, che decretava l’esordio dello stilista, fino a quella della collezione primavera/estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace.
Le sezioni della mostra
I. The Artist
II. The Premise of The Show
III. Early Fashion
IV. Actors and Directors
V. Visual Artists
VI. Performing Artists / Musicians and Writers / Poets
VII. Avedon’s People
VIII. Politics
IX. Late Fashion
X. Versace
fonte: https://avedonmilano.it/
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