lunedì 11 maggio 2020

Parigi > Il direttore dell'Opéra: “La cultura è importante come la sanità ed è in crisi non per il Covid, ma per i tagli”


"La cultura è importante come la sanità" lo afferma il direttore dell’Opéra di Parigi, Stéphane Lissner. (in foto)

Il direttore dell’Opéra de Paris, Stéphane Lissner, ha le idee chiare su chi siano i responsabili dell’attuale crisi della cultura, e la pandemia di Covid-19 da coronavirus, secondo lui, c’entra poco: semmai, ha fatto da detonatore per una carica esplosiva di problemi che esistevano già da tempo. È quanto ha detto in un’intervista all’agenzia France Inter con i giornalisti Nicolas Demorand e Léa Salamé.

“L’attuale crisi”, sostiene Lissner, “ci rivela che la costante diminuzione dei fondi per la cultura che va avanti da venticinque anni ci ha portato a una situazione che il virus ha soltanto svelato”. Si tratta di tagli, ha proseguito Lissner, “che negli ultimi venticinque anni abbiamo visto sia da parte delle amministrazioni locali, sia da parte dello Stato. Le attuali restrizioni hanno fatto sì che sul tema ci si disimpegnasse gradualmente, perché la cultura non è una priorità, dato che non ci muoviamo in una logica di aumento della produttività”.

Lissner parla a nome di un settore, quello dello spettacolo dal vivo, che è forse il più colpito in assoluto dalla crisi, e i problemi si faranno sentire anche quando si riaprirà. “La diversità, l’innovazione, la creatività”, ha continuato, “saranno a poco a poco rimpiazzate da una sorta di globalizzazione, di mercificazione. Si può fare un paragone tra gli ospedali e il teatro dell’opera: i mezzi mancano sempre di più, e non ci sono politiche ben definite. C’è un legame tra i lavoratori precari e gli operatori sanitari, che sono poco pagati e si trovano anch’essi in una situazione di precariato”.

La ripresa, per il settore del teatro e della musica dal vivo, non sarà facile. Al momento si riflette sui protocolli di sicurezza, ma si tratta di misure che, secondo Lissner, sono impossibili da mettere in atto. “Impossibile far entrare in un teatro 2.700 persone facendo rispettare le sicurezze, impossibile distanziare l’orchestra, distanziare il coro. Aspetteremo un vaccino, una cura, o forse la scomparsa del virus: dobbiamo essere ottimisti”, ha detto il direttore dell’Opéra.
Quello che servirebbe, ha concluso Lissner, è “un progetto culturale ben definito, tra le regioni e lo Stato”, perché “la cultura è fondamentale, come la sanità: è un cemento sociale, e per i nostri responsabili politici è un dovere sostenerla”.
fonte: www.finestresullarte.info

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