Finalmente una bella notizia: il Teatro dell’Opera di Roma è pronto a ripartire già quest’estate. Come affermato dal sovrintendente Carlo Fuortes in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera,
l’intenzione è di rialzare il sipario a luglio.
Tramontata l’idea di
proporre, come ogni anno, il festival estivo nella suggestiva cornice
delle Terme di Caracalla (dove sarebbe stato impossibile rispettare le
norme anti-Covid), in accordo con il sindaco Virginia Raggi si è individuata una valida location alternativa per una rassegna all’aperto, la vasta area di Piazza di Siena all’interno del parco di Villa Borghese.
Qui, infatti, sarebbe possibile evitare assembramenti, montare un
impianto e una platea gradinata e, soprattutto, lavorare osservando
quanto prescritto dal Comitato tecnico scientifico Covid-19, cioè
accogliendo in spazi all’aperto fino a 1000 persone tra pubblico,
artisti e maestranze. Gli spettatori non potranno stare in piedi e
avranno posti a sedere preassegnati e inamovibili.
Il calendario estivo è ancora in via di
definizione; Fuortes ha però preannunciato qualche anteprima. Si apre
nel nome di Verdi, con un nuovo allestimento di Rigoletto dell’enfant terrible Damiano Michieletto,
che già nel 2017 ha messo in scena quest’opera ad Amsterdam,
ambientandola tra le bianche pareti di un angosciante manicomio. Per
l’occasione, si esibirà un cast di gran livello e tutto italiano, con il
Rigoletto di Luca Salsi, la Gilda di Rosa Feola e il Duca di Mantova di Vittorio Grigolo; sul podio, troveremo il Direttore musicale dell’Opera di Roma, Daniele Gatti, distintosi proprio al Teatro Costanzi per una lettura estremamente analitica, notturna e filologica del capolavoro verdiano, recensita da Connessi all’Opera
alla prima del 2 dicembre 2018, serata inaugurale della stagione
2018/19. Questa di Michieletto sarà una produzione pensata appositamente
per lo spazio di Piazza Siena, tenendo conto dei limiti dello spazio
scenico e, naturalmente, compatibile con i vincoli anti-Covid.
Tra le altre anticipazioni, Il barbiere di Siviglia in forma di concerto; un balletto cult e iconico di Roland Petit del 1972, Pink Floyd Ballet,
su musiche del celebre gruppo rock britannico e applaudito in Italia
molteplici volte, anche a Caracalla nell’estate del 2015; concerti di
musica sinfonica.
Nel frattempo, con buonsenso il sovrintendente sta già
guardando al futuro prossimo, più precisamente al titolo che, a fine
novembre, dovrebbe inaugurare la stagione 2019/20 del teatro capitolino,
La clemenza di Tito di Mozart, diretta da Daniele Gatti. Assieme al regista previsto per questa attesa première, il pluripremiato Mario Martone,
stanno lavorando a un idea di allestimento che trasformi gli obblighi
anti-contagio (quali il distanziamento tra i cantanti o il divieto di
venire in contatto) in una nuova, creativa forma di rappresentazione.
Che questo sia solo uno dei tanti, begli esempi di ripresa e di
ripartenza di quello che è, o forse dovrebbe essere, il cuore pulsante
del nostro paese: la cultura.
fonte: Photo credit: Simone Ferraro www.connessiallopera.it
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