venerdì 26 luglio 2019

Lgbt: «Mob Girl»: Paolo Sorrentino dirige Jennifer Lawrence

L'attrice premio Oscar sarà Arlyne Brickman nel prossimo film del regista italiano.


La donna, la cui storia vera è raccontata in «Mob Girl: A woman's life in the Underworld», è stata una colonna portante della mafia Usa. Oggi, è un'informatrice dell'Fbi


 Lei mafiosa, lui regista. Il sodalizio professionale, stretto, a Hollywood, tra Jennifer Lawrence e Paolo Sorrentino, è costellato di elementi che, all’apparenza, parrebbero trovarsi agli antipodi: una storia di crimine, un premio Pulitzer, due Oscar.  Cose, tutte, che a ben guardare rimandano invece,alla volontà di raccontare una stessa storia. La storia, incredibile, di Arlyne Brickman.

La donna, un’ebrea nata a New York, nella metà degli anni Trenta, è diventata una colonna portante del sistema mafioso americano. Poi, per amor della propria bambina, ha cambiato rotta e di quel sistema mafioso è diventata una traditrice. Arlyne Brickman, che, stuprata da una banda di gangster, ha capito che non esiste amico all’interno del crimine, si è messa in proprio a 35 anni. Droga, mariti mafiosi, commerci illeciti. La Brickman, una ragazza benestante, perversamente affascinata dal Male, è diventata un boss tra i più temuti. Poi, quando uno strozzino ha minacciato di uccidere sua figlia se non avesse pagato il riscatto chiesto, s’è appiccicata addosso tutti i cavi che l’Fbi le ha fornito e, senza mai temere per la propria vita, s’è arrischiata a fare la spia.

Di lì in avanti, era il 1978, la Brickman ha continuato a lavorare come informatrice per le autorità americane. Nel 1986, la sua testimonianza ha portato alla condanna di Anthony Scarpati, nel caso contro la famiglia Colombo. La protezione testimoni che, per conseguenza, avrebbe dovuto ottenere, la Brickman l’ha rifiutata. «È il modo più veloce per essere uccisi», ha detto allora, ben prima che Teresa Carpenter, vincitrice di un Pulitzer, decidesse di prendere quelle sue parole e infilarle in una biografia.

Mob Girl: A woman’s life in the Underworld è uscito nel 1992. A (quasi) trent’anni di distanza, sono stati Paolo Sorrentino, attualmente al lavoro su The New Pope, e Jennifer Lawrence a rimettervi mano. I due, l’uno regista, l’altra interprete di Arlyne Brickman, hanno deciso di co-produrre la pellicola insieme alla Wildside di Lorenzo Mieli, per raccontare una classica storia di mafia dal punto di vista, assolutamente originale, di una donna.
fonte:  di Claudia Casiraghi per www.vanityfair.it

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