Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
giovedì 14 aprile 2011
Lgbt, Un trans fa causa alla sua ditta: “Sono un maschio, non una femmina!”
Licenziato perché il suo lavoro poteva essere svolto solo da un soggetto di sesso maschile, e lui prima era di un altro sesso. Un caso di discriminazione sessuale.
Il Signor Devoureau lavorava all’Urban Treatment Associates a Camden.
Faceva il part-time urine monitor, cioè l’impiegato di un centro antidroga addetto a controllare gli uomini che fanno l’esame delle urine, ed è stato licenziato, come riferisce il New York Times. Perché? Secondo loro solo un maschio può fare questo.
FEMMINA PER CASO
Il Signor Devoureau, 39 anni, era nato di sesso femminile, ma solo per puro caso.
“Fin da quando sono stato una persona, ho vissuto come un uomo,” ha detto in un’intervista.
“Già a 5 anni facevo tutto come un ragazzino: mi arrampicavo sugli alberi, giocano a calcio e con i camion. Le persone che mi conoscono sanno che sono un maschio.”
Nel 2006, dopo una cura ormonale e un intervento chirurgico, ha cambiato sesso ed è diventato El’Jai.
Un certificato di nascita ufficiale dello Stato della Georgia lo identifica come un maschio, così come la sua patente del New Jersey e il Certificato di Previdenza.
CAUSA
A seguito del licenziamento El’Jai Devoureau si è rivolto al tribunale “mi hanno giudicato per ciò che sono, non per il lavoro che mi era richiesto.” Ha detto El’Jai.
Lo scorso giugno il centro lo aveva assunto per controllare che le persone che si stavano disintossicando non sostituissero la propria urina con quella di qualcun altro. Questo affinché il test antidroga a cui dovevano sottoporsi si svolgesse in modo corretto.
Il secondo giorno di lavoro il suo capo gli aveva detto di aver sentito che era un transessuale.
“Ho detto che ero un maschio, poi lei mi ha chiesto se mi ero sottoposto a interventi chirurgici e io ho risposto che era una faccenda privata e che non dovevo fornire spiegazioni. Così sono stato licenziato.
”Secondo loro quello era un lavoro per un maschio e lui non poteva essere riconosciuto come tale.
Ma la legge del New Jersey non ammette discriminazioni sessuali sul lavoro.
Allora El’Jai ha fatto causa alla ditta che lo ha licenziato.
“Lo faccio perché tutti sappiano che è sbagliato, affinché non accada ad altri.”
fonte www.giornalettismo.com/
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento