mercoledì 2 marzo 2011

Scrittrici lgbt: Intervista a Maura Chiulli


Maura è una donna che si espone: scrive, pubblica, si esibisce in performance dal vivo.
Da anni combatte con determinazione il pregiudizio, lo fa con forza, autorevolezza, cognizione di causa.

La poesia ha segnato il suo esordio a dieci anni ed è stato, forse il seme che le ha dato la giusta misura dalle cose e il timbro per ‘dire senza offendere’, ‘far notare senza indicare’. Conosciamola meglio, ne vale decisamente la pena.

Quando nasce l'idea del libro e perché?

L’idea di scrivere Maledetti froci & maledette lesbiche nasce dopo un’intensa discussione con l’editore. É stato proprio Alberto Castelvecchi a propormi di scrivere ciò che denunciavo, di imprimere e rendere quindi misurabili il dolore e la vergogna.

In un anno, nella mia città sono stati denunciati due gravissimi episodi di omofobia, per uno dei quali è arrivata una sentenza importante, che ha persino riconosciuto Arcigay come parte civile. Avevo bisogno di scrivere questo libro, l’urgenza emotiva ne è stata il carburante.

Cosa ha significato fare un percorso nella cronaca e mettere insieme 'materiali' per la prima parte del tuo libro?

La prima parte del libro è stata la più semplice: avevo idea perfettamente di ciò che avrei trovato e non trovato, soprattutto. Ritagliando stralci di cronaca ho solo voluto dare l’idea della frammentarietà e, talvolta, dell’imprecisione con le quali si urlano episodi di violenza.

Ho dovuto attingere all’archivio tenuto da Arcigay, la più grande associazione europea per l’affermazione e la difesa dei diritti delle persone lgbtq. Ho letto, ripercorso momenti difficili, assecondato un’emotività che pensavo di saper controllare con più vigore.

Come i giornali secondo te si sono approcciati ai fatti?

Credo ci siano due ordini di questioni da affrontare: quella lessicale e quella concettuale. Leggendo notizie su argomenti che riguardano persone omosessuali e transessuali, spesso ci si imbatte in grossolani errori di vocabolario, per esempio si legge spesso <>.

Chi sono? Di chi si sta scrivendo? Di persone o di entità lontane anni luce da noi? Le PERSONE transessuali in Italia vivono nel secondo Paese in Europa in fatto di transfobia, un vocabolario responsabile è la prima arma di civilizzazione a disposizione dei media.

Con la Rete Politiche di genere di Arcigay stiamo lavorando proprio alla redazione di un vocabolario lgbt.

La seconda questione riguarda le strategie di mercato: è chiaro che lanciare una notizia è fondamentale, ma ciò che chiedo è che sul pezzo si resti, si insista, soprattutto quando l’episodio di violenza denunciato ha a che fare con evidenti carenze culturali, solo così anche i media ci aiuteranno a fare informazione ed educazione.

Per l'editore questo libro è comodo trattando argomento che porta comunque pubblicità o scomodo perché espone?

Mi piacciono le provocazioni… Alberto Castelvecchi è un editore rivoluzionario, tutti conosciamo la sua grande storia professionale, anche frutto di scelte coraggiose e provocatorie, come quella di pubblicare Maledetti froci & maledette lesbiche.

Visti i risultati e i premi ottenuti, questo libro possiamo dirlo comodo, adesso. Mesi fa, quando si discuteva animatamente sulle possibilità di un testo come questo, di certo non si potevano immaginare solo questi riscontri positivi.

Il coraggio ha di nuovo premiato un Editore e una casa editrice indipendenti, che desiderano fare cultura.

Perché di certe cose non si vuol sentir parlare? Perché l'omosessualità spaventa?
Vorrei saper rispondere con precisione e certezza scientifiche. In realtà posso solo supporre delle motivazioni che ci rendono almeno più comprensibile il presente violento ed escludente, che viviamo.

Nel tempo si sono stratificati pregiudizi, stereotipi, abbiamo cristallizzato le nostre conoscenze attorno a dei nodi cardine, che ci ancorano a certezze rassicuranti.

Confrontarci con l’Altro e con le differenze dell’Altro, rispetto a noi, ci impone un confronto con il lato intimo e nascosto di noi, quello in cui abitano incertezze e desideri.

Il luogo dell’Altro è prima di tutto il luogo della nostra consapevolezza ed esistere indossando i panni dell’autenticità e della coscienza è molto faticoso. Molto più semplice escludere l’Altro, trincerarsi nei propri assolutismi.

Nelle aggressioni ai danni di omosessuali il fatto che non sia riconosciuto l'aggravante di omofobia cosa dice sul nostro paese?

Ciò che prima di ogni cosa rivendico, ed in questo condivido pienamente la linea di Arcigay, è l’estensione della legge Mancino anche ai reati a sfondo omofobico, poiché ritengo che in tal modo si riuscirebbe a fare anche prevenzione.

L’ aggravante di omofobia non basta. Tuttavia, sarebbe già un piccolo passo in avanti, che il nostro Paese, rifiutando, preclude ai tutte le cittadine e a tutti i cittadini.

La civiltà è un valore aggiunto per l’intero Paese e finché persisteranno discriminazioni sociali e giuridiche, noi non vivremo in un’ Italia civile.

Domanda di rito... prossimi progetti editoriali?

Tra qualche mese uscirà il mio nuovo romanzo, Dieci giorni (Aliberti), del quale non posso darvi anticipazioni purtroppo.

Sono in trepidazione da tempo per questo romanzo al quale ho lavorato tanto, per anni.
Ho appena terminato un altro lavoro importante per il quale sto valutando la collocazione editoriale. I progetti sono molti, d’altronde scrivere è il mio modo di resistere.
fonte mangialibri.com Articolo di: Elena Torre

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