lunedì 9 febbraio 2015

Lgbt: "Transparent" la serie Amazon che ha rivoluzionato la tv. Amore, sesso e accettazione: "La salvezza del movimento trans"

"Non esiste dio, regole, giudizi morali, tranne quelli che accetti o che crei per te stesso. E quando è finita è finita, c'è una sola vita: perché non essere felici finché si è qui?".
È una delle scene più memorabili di una delle serie più belle che la televisione americana ha saputo produrre: Six Feet Under. C'è la vita, la morte, l'amore e il suo contrario, e pure oltre, tutto in trenta secondi.

Da quell'avventura targata Hbo e capitanata da Alan Ball, papà di American beauty, è uscita un'autrice dal talento feroce: Jill Soloway. A molti il suo nome non dice nulla ma il suo curriculum parla per lei: dopo la saga della famiglia Fisher, è stata autrice per Dirty Sexy Money e Grey's Anatomy, poi executive producer per il sottovalutato United States of Tara.

Oggi, alla soglia dei cinquanta, Soloway arriva con un progetto tutto suo, ovviamente una serie televisiva. Si intitola Transparent, in Italia se ne parla ancora poco ma negli Stati Uniti è stata accolto come, né più e né meno, una rivoluzione. Andiamo per ordine: si tratta del primo telefilm prodotto e realizzato da Amazon, quindi non fatto per la tv, sulla linea tracciata da Netflix.
E se due indizi non vi bastano per fare una prova, ecco la terza: Hbo ha deciso di lanciarsi nel meraviglioso mondo dello streaming. Il futuro è già arrivato, niente più attese settimanali, i telefilm si scaricano e si guardano quando si vuole, dove si vuole.

Ma la vera rivoluzione di Transparent sta nella vicenda che racconta, nelle storie della famiglia Pfefferman, una famiglia difficile, umana troppo umana, ripresa nella sua lotta quotidiana per l'amore, l'accettazione e la consapevolezza. I tre fratelli Shelley, Josh e Ali sono persone sole ed egoiste, incapaci di vivere una vita soddisfacente e di crescere, confusi dalle loro esistenze agiate da figli dell'occidente più evoluto. C'è mamma Sarah, una signora intelligente e logorroica che vent'anni fa ha lasciato papà.

Ecco papà Mort, l'occhio del ciclone attorno alla quale si muove tutta la vicenda. Mort è stato uno stimato professore di letteratura, un padre amorevole seppure spesso assente. Mort da sempre si sente donna, ma solo alla soglia dei settant'anni trova il coraggio (o quasi) di rivelarsi ai propri figli, di presentare loro Maura.
La donna che ha fatto finire il matrimonio con Sarah, il tradimento per niente fisico che non c'è modo di perdonare. Insomma la trama del telefilm che ha fatto innamorare la critica e il pubbico (lo show è stato rinnovato per la seconda stagione), che ha fatto dire al Boston Globe che "c'è bisogno di parlarne" e chiedere al New York Times se non sia "la salvezza del movimento trans", è semplice semplice: Maura inizia la sua nuova vita alla luce del sole.

Ed è proprio questo il punto: in Transparent c'è la vita così com'è, talmente semplice da sembrare quasi incredibile, roba da creare cortocircuiti al limite del ricovero in spettatori abituati a vivere le scelte vitali degli essere umani solo se presentati come macchiette da avanspettacolo.
Qui si parla di identità, certo si parla di sesso, e se ne vede anche molto, ma bisogna sforzarsi di guardare la luna, evitando di stuzzicarsi col dito.
Essere più del corpo che ci è stato dato, smontare tutte le convinzioni che si hanno non per ricostruirne altre ma per rendersi conto che la realtà è fluida, e dietro l'angolo non si nasconde proprio un bel niente. perché di angoli bui non ce ne sono. Transparent è amore, affetto, accettazione dell’altro. Quello che vediamo è un microcosmo che ricorda il "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" di Raymond Carver, rivisitato da una mano più affettuosa, più complice, meno gelida e, ovviamente, più contemporanea.

Nota biografica: il padre della stessa ideatrice di Transparent si dichiarò transgender. E una battuta da ricordare della moglie divorziata dell’anziano protagonista trans che gli dice, con tenerezza “e così il nostro è stato un matrimonio gay, prima che diventasse di moda”. E i due si abbracciano, scoppiando a ridere.

Quindi guardate Transparent, non aspettatevi che qualche network ve lo faccia vedere. Perché abbiamo veramente bisogno di parlare dei Pfefferman.
fonte di Gianluca Ciucci http://www.huffingtonpost.it/2014/10/20/transparent-serie-amazon_n_6013894.html

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