Da atleta ha vinto tutto, ma la politica è un'altra cosa.
La sfida di Valentina Vezzali non è semplice, e le prime critiche sono arrivate non appena è stata ufficializzata la sua candidatura nella lista civica di Mario Monti. La fiorettista italiana non sembra però preoccuparsi troppo di quello che pensano gli altri, e ha già scelto tre punti al centro del suo programma: le donne, la famiglia, lo sport.
Perché la scelta di entrare in politica con Mario Monti?
«Non avrei mai pensato farlo e non ho mai avuto ambizioni da parlamentare. Ma quando ho ricevuto la telefonata del senatore Monti mi sono lasciata trasportare dall'entusiasmo e ho accettato. Ho fiducia in lui e l'ho apprezzato come presidente del Consiglio. Ho sentito il suo discorso a dicembre, e mi hanno colpito le sue parole sulla condizione delle donne».
Nel 2008 , però, lei dichiarò la sua stima a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è detto convinto che, se solo l'avesse contattata, lei gli avrebbe detto di sì. Perché ha gli ha preferito Monti?
«Mi ha convinto il suo senso di responsabilità. Grazie a lui non accettiamo passivamente gli scandali e il malaffare che avevano invaso la politica. Non è un caso se i tanti che scelgono di scommetterci preferiscono stare lontani dai partiti. Anche io non ho scelto un partito o una posizione politica, ho sposato un progetto».
Con le sue vittorie ha avuto la possibilità di condurre una vita benestante. Ora potrebbe avere anche lo stipendio da parlamentare. Sarebbe pronta a votare per una sua riduzione?
«Se vi fosse un disegno di legge in questo senso e potesse essere utile a migliorare la situazione dell'Italia, darei il mio apporto. D'altra parte il senso della spending review è togliere gli eccessi per destinare risorse ai settori che ne hanno bisogno».
Per esempio?
«Le strutture scolastiche. Sono mamma di un figlio che fa le elementari. Molti studenti abbandonano gli studi prima di finire. Poi ci vorrebbero più fondi per la ricerca. Non dimentichiamoci che il parlamentare fa l'interesse del cittadino e non il proprio. Io entro in politica per dare il mio contributo come cittadina».
L'Italia avrebbe potuto avere le Olimpiadi del 2020, e invece Monti ha detto no. Come l'ha presa?
«Ne ho parlato con lui. La crisi era dura in quel momento, lo spread non dava tregua e ha dovuto prendere una decisione in poco tempo. Un'Olimpiade porta il mondo intero nel tuo Paese, è una vetrina enorme ma in quel momento non si poteva organizzare. Mi ha detto che se solo fosse stata per il 2024 avrebbe detto sì».
Però nell'Agenda Monti si parla poco di sport.
«Uno dei miei obiettivi è dare un contributo dall'interno in questo senso. Se Monti ha scelto me e Annalisa Minetti, penso che ci sia un motivo».
E con tutto questo lavoro non teme di aver poco tempo per il bambino che ha e per quello che verrà a maggio?
«Credo di essere una donna come milioni di altre, impegnate in quello che fanno senza per questo rinunciare alla famiglia e agli affetti. Anzi, loro mi supporteranno in questa nuova avventura. Inoltre ho sempre pensato che la qualità del tempo trascorso coi propri figli sia più importante della quantità».
Abbiamo capito che la famiglia per lei è importante. Ma anche quelle formate da due persone dello stesso sesso?
«Ognuno è libero di scegliere chi amare nella propria vita. Finché non fanno del male a nessuno sono liberi di volersi bene».
Sì, ma le unioni civili? Voterebbe a favore?
«Penso che la natura dell'uomo sia di stare con una donna. Credo nell'unione tra uomo e donna come Dio ci ha insegnato. Credo molto in Dio. I nostri figli hanno bisogno di un punto di riferimento sano sotto il profilo etico e morale e questo è la famiglia composta da uomo e donna».
Quindi niente adozione e niente riconoscimento delle coppie?
«Credo che una forma di riconoscimento sia necessaria. Sull'adozione si potrebbe discutere e fare un discorso un po' più ampio».
Ha vinto tanto nella sua vita. Non ha paura di perdere?
«Ho anche perso tante volte. Nei momenti difficili e bui ho sempre avuto la forza interiore di rialzarmi in piedi».
E se dovesse scegliere se togliere tempo alla scherma o al parlamento cosa farebbe?
«Non toglierei il tempo a niente. Basta organizzarsi. Quando andavo a scuola mi svegliavo alle sette del mattino. Tornavo a casa, facevo i compiti, andavo ad allenamento e poi studiavo fino all'una o alle due di notte. E in palestra sono sempre la prima a salire in pedana e l'ultima ad andarmene, anche se ho 38 anni».
fonte http://www.vanityfair.it di Gabriele Lippi
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