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martedì 20 settembre 2011
Lgbt Sport: «Io, prima trans ammessa ai campionati europei di Taekewondo. E ora punto alle Olimpiadi»
Laura Matrone parteciperà alle gare di Taekewondo al Palabarbuto: abbattuto muro di pregiudizi nello sport
NAPOLI
La convocazione per i campionati europei di Taekwondo è arrivata qualche giorno fa. Per lei, napoletana, calcare il palcoscenico del Palabarbuto con l'obiettivo di conquistare il passaporto per le Olimpiadi di Londra è un sogno che si avvera. Ma per Laura Matrone non è l'unico motivo per essere felice.
Perché?
«Perché rappresenta la caduta di un muro nel mondo dello sport, perché è una battaglia vinta contro i pregiudizi. Io parteciperò nella categoria donne. Ma sono nata uomo».
Quindi lei è una trans?
«Sono iscritta all'Associazione trans Napoli e al Movimento identità transessuale. Anagraficamente sono una donna a tutti gli effetti. In Italia è la prima volta che un'atleta come me è ammessa a partecipare a una gara di così alto livello.
Per questo penso che sia caduto un grande muro pregiudiziale nel mondo dello sport e sono fiera di essere io la pioniera.
E' il risultato di anni di battaglie mie e delle mie colleghe».
Ma c'è una normativa che vieta la partecipazione?
«No, diciamo che alcuni medicinali utilizzati da chi subisce determinate operazioni, vengono considerati dalle federazioni sportive alla stregua degli anabolizzanti e quindi le persone trans vengono escluse di conseguenza dalle competizioni».
Un alibi.
«Credo di sì. Un modo per non affrontare il problema».
Lei ha dovuto fare una domanda particolare per partecipare agli europei?
«No, bastano le qualità sportive. Però i miei allenatori hanno fatto presente alla Federazione quale è la mia condizione. Mi hanno detto che non hanno trovato nulla da ridire».
Lei quindi non assume sostanze che possano essere considerate dopanti?
«No. Ho iniziato questo sport a sei anni, quando è ancora troppo presto per scoprire determinate tendenze. Poi nel 2002 mi sono operata e sono stata ferma, agonisticamente, fino al 2008.
Ho ripreso quando ho finito le cure. Ed ho ripreso da donna».
E nella vita?
«Sono sposata e faccio l'assistente sociale. Sono napoletana ma attualmente vivo in Toscana. Dal primo ottobre tornerò a Napoli per lavoro e per qualche tempo dovrò lasciare mio marito qui. Ma mi raggiungerà presto. La Toscana è bella ma amo Napoli».
Ha trovato molti pregiudizi?
«Sì, ma non per il sesso, per la provenienza. Qui si dice che gli immigrati hanno preso il posto dei napoletani».
Al Palabarbuto l'appuntamento è il 21, 22 e 23 ottobre. Se tutto va bene potrebbe essere la prima trans a conquistare le Olimpiadi?
«Ufficialmente sì».
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it, di Vincenzo Esposito
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