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mercoledì 24 novembre 2010
Videogiochi Lgbt "Fable III" Le relazioni pericolose
La rivoluzione ha inizio, almeno nella storia di Fable III, ma in verità la rivoluzione era già cominciata con il titolo precedente: Fable II.
Un videogioco ambizioso, che vorrebbe permettere ai giocatori una completa libertà di azione e, ovviamente, di reazione.
Sì, perché in questo gioco chi si comporta male pagherà le conseguenze del caso, chi mangia male ingrasserà, chi gestisce male i suoi averi si impoverirà.
Già in Fable II si poteva decidere di avere una o più relazioni sentimentali, e si poteva decidere se averle etero od omosessuali, ma in questo terzo capitolo si è osato ancora di più.
Non solo una scheda attribuita a ogni individuo presente nel gioco ci dirà se si stratta di un tizio (o una tizia) con gusti etero od omo (la bisessualità non è contemplata... la vedremo in Fable IV?), ma possiamo decidere anche di avere un bel po' di relazioni extraconiugali.
Già. La prosituzione nel regno di Albion abbonda (e dove non abbonda?) e non è difficile trovare uomini e donne pronti a concedersi per un po' di spiccioli. Mi raccomando però i profilattici! Bisogna garantirsi sempre rapporti sessuali consenzienti e protetti: la promiscuità può essere sinonimo di malattia venerea.
Ecco allora come un gioco può diventare educativo in un senso più ampio. Può arrivare fin dove molti genitori non osano, può raccontare la realtà della vita al di là di pregiudizi, religioni e comportamenti propri.
Un videogioco che mette in primo piano le relazioni umane e pone al centro dell'universo l'individuo (e anche i cani). Peccato che siamo nel regno di Albion e non proprio in Italia.
fonte videogiochi.blogosfere.it, Stefano Gallarini
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