martedì 14 aprile 2020

Coronavirus: C’è una mappa sonora che riproduce come sono cambiati i rumori nel mondo

«Questo è un momento unico a livello sonoro. Il mondo non ha mai avuto simili rumori».

Per questo Stuart Fowkes, che con il sito Cities and Memories negli ultimi cinque anni ha raccolto registrazioni acustiche sul campo da tutto il mondo, ha avuto un’idea: recuperare i nuovi suoni che stanno permeando le nostre città, e farli diventare parte di un progetto artistico teso a registrare il cambiamento del rumore cittadino durante la pandemia causata dal Coronavirus.

Ci sono gli applausi per gli operatori sanitari che risuonano a Parigi e risuonavano fino alla settimana scorsa anche in Italia, gli inni nazionali, la canzone Anti-Coronavirus in Senegal, i cori all’alba di Varsavia.

Come riporta il Guardian, l’iniziativa consiste infatti nella costruzione di una mappa sonora globale che mostra come l’aspetto acustico degli ambienti urbani si stia modificando nel corso del tempo. «Ci sono molte immagini incredibili di città abbandonate e fantastiche testimonianze video, ma nessuno aveva ancora provato a raccontare il cambiamento sonoro», ha aggiunto Fowkes.

La mappa interattiva, a cui per il momento hanno contribuito 70 Paesi inviando al sito le relative tracce audio, include numerosi rumori, dalle preghiere mattutine provenienti da un monastero tibetano nel nord dell’India alla voce di una donna finlandese che legge estratti di storie di Roald Dahl ai suoi figli in isolamento.

Suoni che, come ha spiegato l’ideatore, possono essere classificati in quattro aree: quelli esterni ma nati specificatamente a causa della pandemia, come gli applausi «da Bruxelles, Parigi, Lima, Madrid e dall’Italia», e il suono delle campane.

Nella seconda categoria vi sono i suoni che provengono dall’interno delle case, «espressione di ciò che le persone fanno per affrontare il social distancing. Attività che possono ovviamente essere tradotte in registrazioni sonore», come il rumore di una pietanza in padella, una telefonata a un parente lontano o al proprio fidanzato.

Terza categoria, i suoni del mondo naturale, che riemergono proprio nel momento in cui la presenza umana diminuisce, mentre la quarta «comprende i “nuovi silenzi”. Come la desolazione di Times Square, in cui l’unica cosa che si sente adesso è il condizionatore di un supermercato».

A proposito di silenzi, secondo alcuni geoscienziati, i lockdown in tutto il mondo e la conseguente diminuzione di spostamenti umani, starebbero favorendo la riduzione del rumore sismico terrestre: un fatto che potrebbe consentire di individuare piccoli terremoti più facilmente e agevolare il monitoraggio dell’attività vulcanica e di altri eventi sismici.
fonte: www.rivistastudio.com

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