«Questo è un momento unico a livello sonoro. Il mondo non ha mai avuto
simili rumori».
Per questo Stuart Fowkes, che con il sito Cities and Memories
negli ultimi cinque anni ha raccolto registrazioni acustiche sul campo
da tutto il mondo, ha avuto un’idea: recuperare i nuovi suoni che stanno
permeando le nostre città, e farli diventare parte di un progetto
artistico teso a registrare il cambiamento del rumore cittadino durante
la pandemia causata dal Coronavirus.
Ci sono gli applausi per gli operatori sanitari che risuonano a Parigi e
risuonavano fino alla settimana scorsa anche in Italia, gli inni
nazionali, la canzone Anti-Coronavirus in Senegal, i cori all’alba di
Varsavia.
Come riporta il Guardian,
l’iniziativa consiste infatti nella costruzione di una mappa sonora
globale che mostra come l’aspetto acustico degli ambienti urbani si stia
modificando nel corso del tempo. «Ci sono molte immagini incredibili di
città abbandonate e fantastiche testimonianze video, ma nessuno aveva
ancora provato a raccontare il cambiamento sonoro», ha aggiunto Fowkes.
La mappa interattiva,
a cui per il momento hanno contribuito 70 Paesi inviando al sito le
relative tracce audio, include numerosi rumori, dalle preghiere
mattutine provenienti da un monastero tibetano nel nord dell’India alla
voce di una donna finlandese che legge estratti di storie di Roald Dahl
ai suoi figli in isolamento.
Suoni
che, come ha spiegato l’ideatore, possono essere classificati in
quattro aree: quelli esterni ma nati specificatamente a causa della
pandemia, come gli applausi «da Bruxelles, Parigi, Lima, Madrid e
dall’Italia», e il suono delle campane.
Nella seconda categoria vi sono i
suoni che provengono dall’interno delle case, «espressione di ciò che
le persone fanno per affrontare il social distancing. Attività che
possono ovviamente essere tradotte in registrazioni sonore», come il
rumore di una pietanza in padella, una telefonata a un parente lontano o
al proprio fidanzato.
Terza categoria, i suoni del mondo naturale, che
riemergono proprio nel momento in cui la presenza umana diminuisce,
mentre la quarta «comprende i “nuovi silenzi”. Come la desolazione di
Times Square, in cui l’unica cosa che si sente adesso è il
condizionatore di un supermercato».
A proposito di silenzi, secondo
alcuni geoscienziati,
i lockdown in tutto il mondo e la conseguente diminuzione di
spostamenti umani, starebbero favorendo la riduzione del rumore sismico
terrestre: un fatto che potrebbe consentire di individuare piccoli
terremoti più facilmente e agevolare il monitoraggio dell’attività
vulcanica e di altri eventi sismici.
fonte: www.rivistastudio.com
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martedì 14 aprile 2020
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