lunedì 22 aprile 2013

Lgbt: Svolta storica in Pakistan: 7 transgender candidati alle elezioni


KARACHI, Pakistan- Quando Bindiya Rana, candidato transgender alle elezioni del Pakistan, è andato porta a porta negli slums di Karachi che spera di rappresentare, poche persone sembravano preoccuparsi della sua identificazione nell'uno o nell'altro genere sessuale , tesi ad approfondire cosa intendesse fare per combattere la criminalità di strada e le sospensioni di energia elettrica nel loro quartiere una volta eletta.

Per la prima volta nella storia del Pakistan, individui transgender sono fra i candidati. Rana è sempre stata attiva nella sua comunità: lavora in una organizzazione che aiuta a promuovere i diritti dei transgender così come i bambini di strada e altre questioni sociali.

La svolta è arrivata con la sentenza del 2011 della Corte Suprema che ha permesso ai membri della comunità transgender di ottenere carte d'identità nazionali che gli riconoscono un'identità separata - né maschio o femmina - e il diritto di voto. E' stato allora che ha deciso di candidarsi per l'assemblea provinciale alle prossime elezioni di maggio.

"La gente mi chiede se vinceremo . Ho già vinto quando ho potuto depositare la mia nomina" dichiara Rana.

Almas Boby, presidente del Pakistan Trans Foundation, conta almeno cinque candidati transgender alle elezioni. Due a Karachi e i restanti a Jehlum, Gujrat e Sargodha nella provincia del Punjab.

Finora non era mai stato concesso loro spazio: ruoli maschili e femminili strettamente predefiniti e per i transgender molestie e abusi a partire dalla famiglia di origine che li emargina e li rinnega costringendoli a prostituirsi per sopravvivere.

Un destino toccato anche a Rana, scappata da casa a 14 anni, dopo aver subito per 2 anni le angherie dei suoi parenti. "Se vinco, sarò una voce forte per le persone transgender, vittimizzate e umiliate", ha detto Lubna Lal, in corsa per un seggio all' assemblea provinciale del Punjab, nella città di Jehlum, circa 100 chilometri (60 miglia) da Islamabad.

Le loro idee non sono diverse da quelle dell'elettore medio: tagliare la disoccupazione, affrontare la povertà diffusa del paese ( che vivono in prima persona) risolvere la piaga dei continui blackout di energia elettrica e allentare la morsa della corruzione dei partiti al potere .

Non hanno un partito che li spalleggi e non hanno risorse finanziarie per una campagna elettorale in piena regola: si affidano al passaparola e si augurano che la comune delusione per lo status quo costituisca una spinta propulsiva alla loro elezione.
fonte http://www.you-ng.it/news da Laura Elisa Rosato/
foto http://www.repubblica.it/esteri/(afp)

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