mercoledì 30 gennaio 2013

Lgbt: Amnesty International Italia chiede ai politici di dire chiaramente come intendono fermare omofobia e transfobia "Ricordati che devi rispondere"

"Ricordati che devi rispondere"
http://www.ricordatichedevirispondere.it/
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L’Italia e i diritti umani è la campagna lanciata da Amnesty International Italia in vista delle elezioni del 2013.

Il motivo di tale campagna è spiegato dalla presidente di Amnesty Italia Christine Weise

L’imparzialità è nel nostro DNA ma non vogliamo più stare lontano dal dibattito, vogliamo dire la nostra, confrontarci. E non ci accontenteremo di promesse elettorali, ma faremo verifiche rigorose e ripetute che saranno rese pubbliche.

Secondo Amnesty Italia, infatti c’è

una disattenzione storica verso i diritti umani, un atteggiamento di superficialità, l’argomento viene trattato sempre in modo generico e fumoso. Nei discorsi dei politici italiani spesso manca una cultura dei diritti umani, ancora oggi non c’è la dovuta serietà e si tende a considerarlo un tema che non riguarda l’Italia ma altri Paesi

Per questo motivo AI Italia ha sottoposto ai leader delle coalizioni e a tutti candidati dieci domande su vari aspetti dei diritti umani. La quinta domanda riguarda la lotta all’omofobia e alla transfobia come anche il garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti:

Negli ultimi anni, attacchi verbali e fisici nei confronti delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate) si sono verificati in Italia con preoccupante frequenza, mentre diversi esponenti politici e istituzionali hanno continuato a fomentare un clima d’intolleranza e di odio con dichiarazioni palesemente omofobe. La legge antidiscriminazione prevede pene aggravate per crimini di odio basati sull’etnia, razza, nazionalità, lingua o religione, ma non tratta allo stesso modo quelli motivati da finalità di discriminazione per l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Inoltre, l’incitamento a commettere atti o provocazioni di violenza omofobica e transfobica non è perseguibile come altre forme di incitamento alla violenza discriminatoria.


Prosegue Amnesty Italia:
"Questa situazione rischia di favorire l’aumento di intolleranza e violenza verso le persone Lgbti, tuttavia la lacuna legislativa non è stata sinora colmata. Inoltre, nella legislazione italiana manca qualsiasi riconoscimento della rilevanza sociale delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso e dai loro figli. Ciò impedisce a molte persone di godere di diritti umani essenziali per l’autorealizzazione e alimenta la stigmatizzazione delle persone Lgbti."

Che ribadisce:

"Il principio di non discriminazione, sancito da numerose convenzioni internazionali, garantisce parità di trattamento tra le persone e stabilisce il divieto di qualsiasi forma di discriminazione, anche quella basata sull’orientamento sessuale. Le autorità italiane hanno la responsabilità di proteggere e garantire la realizzazione dei diritti umani delle persone Lgbti affinché esse non siano vittime di discriminazione, possano godere degli stessi diritti di ogni altro individuo e possano esprimere liberamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza il rischio di subire abusi."

Al momento attuale solo Antonio Ingroia ha risposto a questa domanda:
http://www.queerblog.it/post/45167/elezioni-2013-le-politiche-sui-diritti-civili-proposte-da-rivoluzione-civile
fonte http://www.queerblog.it/ da Roberto Russo

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