venerdì 29 aprile 2011

Lgbt: Decalogo dei diritti dei pazienti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali


L’associazione spagnola FELGBT (Federación Estatal de Lesbianas, Gay, Transessuali e Bisessuali) ha stilato un decalogo dei diritti dei pazienti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.

Non c’è dubbio che in molti dei nostri bisogni e dei nostri problemi sanitari giochino un ruolo cruciale i pregiudizi e l’odio contro il nostro collettivo, l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, tanto esplicita quanto implicita, e così dobbiamo considerare i danni emotivi, psicologici e fisici che causano stigma, isolamento, umiliazione, bullismo e violenza sia verbale che fisica.

C’è da considerare, inoltre, che i nostri bisogni e i nostri problemi di salute cambiano nel corso della vita, con notevoli differenze tra l’adolescenza, la gioventù, la maturità e la vecchiaia, esigenze, queste, spesso non riconosciute o ignorate dalle autorità sanitarie e dal personale medico e paramedico che ci assiste.

Non si vuole certo fare terrorismo psicologico, ma c’è da considerare che, secondo gli studi, le persone lgbt soffrono più di quelle etero di alcuni problemi di salute (come, per esempio, depressione, ansia, tendenze suicide, consumo di tabacco, di alcol e di altre droghe, malattie cardiovascolari, malattie sessualmente trasmissibili; e ancora: le donne lesbiche e bisessuali soffrono più di quelle etero di tumore al seno, alla cervice, osteoporosi, obesità, mentre gli uomini gay e bisessuali si ammalano più spesso degli etero di tumore anale, della prostata, ai testicoli e al colon; le persone transessuali, poi, incontrano problemi relazionati al processo di riassegnazione del sesso, all’uso di ormoni e così via) risulta necessaria l’attuazione di un protocollo specifico per le persone lgbt con problemi di salute.

Ecco, quindi, la proposta dell’associazione spagnola per un decalogo dei diritti dei pazienti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.

Da sottolineare l’ultimo punto – “Diritto al riconoscimento delle organizzazioni lgbt come agenti e interlocutori validi nella politica sanitaria” – che, forse, per il contesto italiano dovrebbe essere preceduta da un “patto di non belligeranza” tra le varie associazioni gay, che, stando al parere di diverse persone, sembrano più preoccupate di fare una gara “a chi ce l’ha più lungo” che lavorare attivamente per il ben-essere delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali.

1.Diritto alla conoscenza e a un approccio scientifico alle esigenze e ai problemi di salute di lesbiche, gay, transessuali e bisessuali
2.Diritto alla promozione e alla protezione della salute delle persone lgbt
3.Diritto a ricevere informazioni sanitarie basate su prove scientifiche
4.Diritto a ricevere un’assistenza sanitaria di qualità
5.Diritto a ricevere un’assistenza sanitaria adeguata alle nostre necessità
6.Diritto a ricevere la stessa assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale
7.Diritto al coinvolgimento e alla partecipazione attiva dei pazienti lgbt alla propria salute
8.Diritto a un trattamento egualitario, degno e rispetto delle persone lesbiche, gay, transessuali e bisessuali
9.Diritto alla privacy e alla riservatezza
10.Diritto al riconoscimento delle organizzazioni lgbt come agenti e interlocutori validi nella politica sanitaria
fonte queerblog.it

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