Sarà presentato lunedì 22 maggio (inizio alle 18) alla Biblioteca delle Oblate il libro "Georgofili, una ferita lunga 30 anni" di Francesco Nocentini edito da Scribo. L'iniziativa rientra nel programma delle commemorazioni per il 30° dell'attentato nel quale persero la vita Angela Fiume, il marito Fabrizio Nencioni, le figlie Nadia e Caterina, lo studente universitario Dario Capolicchio e altre 48 persone furono ferite.
Interverranno, oltre all'autore, l'assessora alla cultura della memoria e della legalità Maria Federica Giuliani, Giuseppe Quattrocchi, già capo della procura di Firenze, il sostituto procuratore Ornella Galeotti, la giornalista Franca Selvatici e l'editore Aldo Avvenuti.
Tra il 14 maggio e il 28 luglio 1993 l’Italia pianse dieci innocenti, decine di feriti e danni irreparabili al patrimonio artistico. A 30 anni di distanza le ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono le autobombe in nome e per conto di Cosa Nostra, e chissà per quali altri mandanti, volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul ‘carcere duro’ per i boss mafiosi e sulla legge sui collaboratori di giustizia.
Il libro si è posto la domanda di come quella stagione di attentati sia stata resa possibile. La risposta è che all’inizio del 1993 c’erano tutte le condizioni per l’avvio della campagna stragista di Cosa Nostra. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, Stato e legalità erano, in certe zone del Paese, concetti vaghi, fumosi, contrastati, disprezzati, ridicolizzati e delegittimati. La mattanza degli anni Ottanta a Palermo e in alcune regioni del Mezzogiorno, la lunga lista di omicidi di magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine e politici e lo spettacolo offerto dalle istituzioni repubblicane certamente convinsero la mafia di poter giocare con successo la carta del terrore.
fonte: www.comune.fi.it
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