lunedì 2 gennaio 2023

Cinema: Un premio prestigioso per il film Ciurè di Gianpiero Pumo

Recensione di Giuseppe Maurizio Piscopo. Venerdì ho avuto il piacere di vedere Ciurè al cinema Eden di Termini Imerese, un paese pulito ed accogliente, che merita di essere visitato non soltanto per il carnevale. Avevo sentito parlare in maniera entusiasta  del film alla radio regionale nel programma Auditorium di Eliana Escheri. Era tra i miei film da vedere, in agenda. Il cinema Eden di Termini è una bomboniera con le sedie colorate, ha un calore antico che mi ha fatto sentire ai cinema d’essay parigini, quando avevo 19 anni ed il cinema riempiva i vuoti e le ribellioni della mia anima.

Alla fine sui titoli di coda, come ai vecchi tempi del cineforum, l’architetto Roberto Tedesco che aveva introdotto il film con grande professionalità all’inizio, ha animato il dibattito ed ha dato voce al regista, agli attori ed anche al pubblico presente in sala. Il pubblico alla fine del film  ha sottolineato il suo entusiasmo con un’ovazione durata alcuni muniti e con le persone tutte in piedi. Qualcuno era così commosso che l’ho visto piangere.  E’ la storia di un rude picchiatore che s’imbatte in una ballerina trasgender. L’incontro fra due anime che si riconoscono nonostante i loro corpi suggeriscano il contrario. Il film è dedicato alla tematica dell’omotransfobia che vede Matranga e Minafò per la prima volta come produttori. La pellicola, girata proprio nelle strade di periferia del capoluogo siciliano e in un night club, è diretta dal regista esordiente Gianpiero Pumo e sarà presentata in occasione del Sicilia Queer filmfest. 

Il film prodotto nel 2022 da CDMstudios (Compagnia del Marketing), TNM Produzioni, Sicilia Social Star con il sostegno della Sicilia Film Commission, racconta una ruvida storia d’amore ambientata in una Palermo inedita dal sapore autentico, lontana da cliché e stereotipi. Per offrire una vita dignitosa al figlio, Salvo pesta la gente per conto di un piccolo boss della zona.

Una sera viene picchiato e derubato. In suo soccorso arriva una ragazza transegender di nome Ciurè che lavora come ballerina in un club gay. Con soli tre giorni di tempo per recuperare i soldi, Salvo è costretto a chiedere l’aiuto di Ciurè ed esibirsi al club sfidando i suoi pregiudizi. Un lungometraggio palermitano indipendente di genere drammatico dal sapore internazionale che affronta alcune delle tematiche legate al mondo Lgbt con un linguaggio semplice. Il film, girato in dialetto palermitano, vede Matranga e Minafò in una veste inedita: “Abbiamo prodotto questo film non appena abbiamo letto la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, Giampiero Pumo – spiegano Matranga e Minafò -. 

Crediamo che l’arte, sotto qualsiasi forma, abbia un valore fondamentale. E se attraverso un film si riesce a sensibilizzare anche solo qualcuno su un tema così importante allora l’arte ha vinto. Ciurè tocca corde inusuali, abbraccia tutta la comunità Lgbt ma non solo. È un film che ti spinge a riflettere molto, perché l’amore non ha nessun confine, né di razza né di religione né di sesso. L’importante è che sia amore”. Ciurè descrive con le immagini e la recitazione la dura  vita nella Palermo di periferia. Salvo è un giovane padre che per mantenere il figlio si arrabatta  tra impieghi di fortuna e faccende criminal-grottesche. Quando la spirale di violenza gli si ritorce contro si imbattè in Ciurè, una ballerina trasgender che va in suo soccorso spalancandogli le porte di un cailedoscopico night club gay dove si esibisce tutte le sere. Salvo riuscirà a superare i propri pregiudizi nei confronti dei “viandanti della notte” e a vestire panni inediti, fino a reinventarsi un nuovo corpo.

Ciurè è un’opera prima dal ritmo travolgente, con una sceneggiatura che si apre al dialetto-creolo di strada, popolata da personaggi nevrotici e spassosi, dalle cui urla trapela il disagio sociale, affrontato però con un policromo spirito di rivincita che corrode dall’interno la gabbia del machismo. Un film in cui l’immagine cinematografica stereotipata della sicilianità aleggia negli esterni, ma penetra nei suoi caldi e luccicanti ambienti interni dove le relazioni rimodellano il reale. 

“Ciurè è qualcosa che riguarda tutti noi, non solo il genere e l’orientamento sessuale, -dice il regista e attore Gianpiero Pumo è quella parte più intima e libera del nostro essere che spesso celiamo perché diversa, e questo spaventa.  A meno che non vediamo in quella diversità la nostra unicità”. Una bella storia, poetica ambientata in una città difficile, violenta  ed amara. 

Gli attori sono molto convincenti Vivian Bellina, Marilù Pipitone, Maurizio Bologna un attore che riesce a dare ai personaggi uno spessore indimenticabile, Lucio Calabrese Falcone, Ernesto Tomasini, Antonello Russo. Il film è nelle sale italiane dal 7 dicembre nel circuito UCI Cinemas e merita di essere visto dal pubblico internazionale. Un plauso particolare al bambino protagonista che con il suo silenzio riesce a commuovere e a comunicare un mondo migliore e lontano dai pregiudizi degli adulti. Sono certo e me lo auguro di cuore che questo film possa ricevere i premi internazionali nei Festival dove sarà presentato. 

fonte:

Nessun commento:

Posta un commento