Palazzo Piacentini è il nuovo grande spazio, affacciato sulla vivace e centrale via Toledo, della rinnovata e ampliata sede museale di Gallerie d’Italia a Napoli.
Il monumentale salone al piano terra è dedicato alle mostre temporanee e ai grandi eventi.
Dal 21 maggio le Gallerie ospitano “La Fragilità e la Forza”, esposizione conclusiva della XIX edizione di Restituzioni, il programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura.
Vengono presentati al pubblico gli esiti della lunga stagione di restauri che ha interessato 87 nuclei di opere per un totale di oltre 200 manufatti, selezionati dal comitato scientifico e Intesa Sanpaolo insieme a 54 enti ministeriali preposti alla tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi) e 81 Enti proprietari, tra siti archeologici, musei pubblici e diocesani, chiese e luoghi di culto.
Sono coinvolti anche un’ottantina di laboratori di restauro e decine di conservation scientist impegnati nella diagnostica e nelle operazioni di restauro, di tutta Italia, oltre all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma e il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.
La curatela scientifica è di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e, da questa edizione, Carla Di Francesco.
Per la prima volta la totalità delle Regioni italiane è stata coinvolta nel programma, che consacra così pienamente la sua dimensione nazionale, oltre a interessare anche – come è prassi da ormai 4 edizioni – una realtà europea (quest’anno tocca alla Francia, con un capolavoro di Vittore Carpaccio dal Museo Jacquemart-André di Parigi) in cui il Gruppo è presente nonché una extraeuropea, il Brasile, per tentare di salvare un affresco pompeiano gravemente danneggiato dal terribile incendio che nel 2018 ha devastato il Museu Nacional di Rio de Janeiro.
Le opere testimoniano la ricchezza dei grandi musei italiani e delle maggiori città d’arte, ma anche l’importanza identitaria per il territorio italiano che si esprime nei centri minori e nei borghi, disegnando una panoramica fedele all’idea di museo diffuso che connota la Penisola.
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